Tiri uacciu-uacciu

Sentiamo che,
anche qualora tutte le possibili domande scientifiche
ricevessero una risposta,
i problemi della vita non sarebbero ancora stati
per niente toccati.
Ovvio che non restino più domande;
e proprio questa è la risposta.

La soluzione
del problema della vita
si vede nello sparire
del problema stesso.

L. Wittgenstein
Tractatus Logico-Philosophicus, 6.52 3

Il periodo è intenso, nonostante sia agosto.
E sto accumulando relazioni da pubblicare.
Non vorrei ritrovarmi tra un po’ con una lista troppo lunga.
Quindi procedo, anche se in modo sintetico, approssimativo e poco letterario.

Chiedo venia.

INDIANA JONES
Rivadossi, Monecchi – VII (180 m ca)

Bella via a fix, ma che richiede esperienza alpinistica sul Campanile Basso d’Eridio (Camisino?) aperta dai due instancabili.

Non lasciarsi scoraggiare dai primi m, friabilotti (solo i primi m) e con diversi passi secchi (su tutto il tiro). Poi la via e la roccia si riscattano.
Solita serie di BD per integrare nei tratti di fessura.

Avvicinamento – Lasciare l’auto sulla strada Idro-Vesta 70 m prima di una galleria e circa 1,2 km dopo il cartello “Vantone”; ampio spiazzo per parcheggiare. Salire una breve rampa verso S fino a connettersi col “Sentiero Attrezzato”; imboccarlo e seguirlo verso N fino a una scritta arancio sulla dx che segnala la ripida traccia che, tarzanando tra gli alberi, porta all’attacco, 20 m sopra il sentiero.

L1 – Muro friabile, diedrino, poi a dx, diritti e a sx per placca fin sotto un evidente tetto; traverso a sx, difficile passo di ristabilimento, obliquo a sx per diedrino, serie di fessure atletiche e breve rampa erbosa (35 m – VII)
L2 – Breve tratto verticale erboso, poi a sx, anche in discesa, per cengia boscosa (15 m – IV);


L3 – Sopra la sosta per serie di diedri atletici; traverso a sx al termine dell’ultimo e poi ancora per diedro alla sosta; sulla dx sosta e tiro di 7b (25 m – VII-);
L4 – Strapiombino sopra la sosta (1 p. boulderoso), diedro e traversino tecnico a dx sotto un tetto; lo si supera; poi in lieve obliquo a sx a una cengia; muretto atletico e fessurine sempre verso sx fino a un alberello; di qui alla sosta per uscita erbosa; luogo incantevole (30 m – VII-);
L5 – In traverso e in obliquo verso sx a una forcella; sosta su albero (15 m – II);


L6 – Molto a sx si vedono i fix della var. friabile; io scelgo la linea originale, più o meno sopra il punto di fermata; a sx della sosta fino alla base di una bella placca, che si supera tagliando da sx a dx; poi diritti per fessure e rocce rotte; a un ch a U salire diritti per strapiombo (io qui traverso a dx e rientro sopra non fidandomi della roccia; ma è meglio stare diritti); al fix ancora diritti per qualche m su parete strapiombante fino alla sosta; 1 riposo per me all’ultimo fix per scarsa fiducia della roccia, in realtà solida (30 m – VI+).

Il caldo è diventato asfissiante. Ci caliamo (S6 – tirolese da S5 a S4; S4; S3 (per presenza di alberi); S2; terra.

***

VIA DEI 12 ALBERI
Grill, Kluchner, Heiss, Grooten – VII- o VI+ e Ao (250 m ca)

Bella via alpinistica, molto logica.
Esistono svariate rell. in rete (arrampicata-arco; sassbaloss). Quindi non mi ci soffermo.
Segnalo solo:

L1 – Singolo iniziale a rischio disarticolazione spalla per i vecchietti;


L2 – Ho tolto un cordone in cl usurato su S2; ma il cordone che avevo per sostituirlo non voleva saperne di entrare nel buco; portare kevlar sottile sciolto o nut per integrare il cordone rimasto;
L3 – Molto più difficile del necessario se si prende troppo di petto la fessura dopo il traverso; S3, scomoda, è in corrispondenza dello spitanello che si incontra salendo nel seguente diedro.

Molto utili i nut, specie medio-piccoli.

***

LA CLASSICA
Rivadossi, Monecchi – VII+ (100 m)

Via di altri tempi, ma di difficoltà moderne, quasi tutta da proteggere, al Campanile Alto d’Eridio. Consigliabile agli amanti del genere.
Portare serie di BD, doppie le mis da 0.5 a 2.
Utili i nut per rinforzare S2.

Avvicinamento – Lasciare l’auto sulla strada Idro-Vesta 70 m prima di una galleria e circa 1,2 km dopo il cartello “Vantone”; ampio spiazzo per parcheggiare. Salire una breve rampa verso S fino a connettersi col “Sentiero Attrezzato”; imboccarlo e seguirlo verso S per qualche decina di m fino a poter salire a sx (E) per un sentiero che porta a una piccola falesia di arrampicata. Di qui seguire la traccia a bolli arancioni che si inerpica per ripidi canali boscosi fino alla base del torrione. La via attacca sul suo versante NO, sulla verticale del fix di sx della fissa che dà accesso all’itinerario “Ugo Mariani” (fix, ca 120 m), che sale il versante SO del Campanile. In effetti sono circa 20′, se si sale di buon passo.
Occhio alle zecche!

L1 – Il tiro mi ha richiesto 2 tentativi in 2 giorni diversi perché intimorito dalla qualità della roccia. Tuttavia, se le pareti su cui salgono i primi m sono friabili, le fessure sul fondo accettano ottimi fr. Camino, diedro-rampa inclinato a sx e successiva fessura, ora solida, sempre in obliquo a sx fino a una sosta sotto un evidente diedro strapiombante; volendo, ci si può proteggere con 2 fix della via “Naso Ribelle”; così ho fatto io, non sapendo se i fr che mi restavano mi sarebbero serviti sopra (35 m – VI);


L2 Entusiasmante diedro-fessura strapiombante; al suo termine in obliquo a sx per lama dai bordi non sempre solidi (25 m – VII+);


L3 – Quando parto, Gianluca mi fa: “Pasticcino dice che questo è un tiro uacciuuacciu“.
Che cosa avrà voluto dire?
Lo scoprirò dopo essere salito per facili placche di dolomia erbosa e alberata, ma tendente a rompersi sui bordi e dopo un diedro rampa erboso appena inclinato a sx; arrivato sotto il salto terminale, in cima al pulpito al termine della rampa, vedo un mugo a dx, non proprio immediato da raggiungere, un mugo a sx, lontano e, oltre il mugo di dx, un bel, solido pino; mi proteggo con qualche difficoltà al mugo di dx, tento di raggiungere il mugo di sx, ma non mi fido a completare la traversata per la presenza di una crosta sotto la sventurata pianta, risalgo a dx, piazzo 2 nut e 1 dyneema in crosta, scavo un paio di prese nell’erba umida e, dopo un’infinita e impari lotta con l’isiga, raggiungo la cresta e la fine della via; Gianluca, sotto, mi maledice cordialmente (40 m – V uacciuuacciu); come commentano gli apritori, il tiro è da ripetere solo se si vuole arrivare in cima; S2 è attrezzata per le calate.

Se invece si vuole vivere l’esperienza psichedelica e salire fino in cresta, discesa come per “Naso Ribelle“.

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