Ho avuto Covid-19 (forse…)

Sentinella,
quanto resta della notte?

Is, 21,12

Si, è capitato agli inizi di febbraio.
Il 9 gara di corsa campestre.
Il 10, a casa, lavoro tutto il giorno con un senso di stanchezza e con una punta di bruciore alla gola.
Alle 18:00 la febbre inizia a salire vertiginosa.
Oltre i 38,5° prendo paracetamolo.
Non sembra fare una cippa.
Ripeto l’assunzione anche il giorno dopo: febbre alta che si abbassa poco con l’antifebbrile.
Dal terzo giorno inizia una tosse insistente, stizzosa, secca, che mi sconquassa per minuti interi lasciandomi esausto.
E sento irritazione – come una specie di solletico – a bronchi e polmoni. Non è un buon segno: ho già avuto la broncopolmonite; e le sensazioni sono le stesse.
A titolo cautelativo inizio a prendere il mio ammazza-sette di riferimento: olio essenziale di origano. 4 gocce in acqua 2 volte al giorno.
Sì, lo deglutisco.
So che non è una pratica considerata accettabile. Ma già lo faccio per la borrelia, per un mese all’anno, e non ne ho mai riscontrato effetti negativi.
Fosse per me, prenderei anche il mio ammazza-quattordici di riferimento: aglio crudo, 1 spicchio la mattina e 1 la sera. Ma Eva non vuole.
Se domani la febbre non passa, chiamo il medico per l’antibiotico.

E, considerato che il paracetamolo sembra inefficace, lo sostituisco con acido acetisalicilico e vitamina C.

Il giorno dopo la febbre si è abbassata a 37,8°; la sera a 37°.
La tosse è molto meno insistente.
Solo in un’occasione, durante un accesso di tosse dalla trachea esce un piccolo grumo di muco biancastro. Poi solo liquido sieroso.
I sintomi ora sono simili al principio di edema polmonare sofferto in Perù nel 2017.
Sospendo subito l’acido acetil-salicilico: la febbre è sotto i 38,5°.
Il martedì dopo, debole e dimagrito di 1 kg, riprendo le attività.
Passo anche dai miei genitori, per vedere come stanno. Per mia fortuna la passeranno liscia.
Intanto si inizia a parlare di Covid-19.
Non considero la possibilità di aver contratto il virus: non ho avuto contatti con persone provenienti dalla Cina o da Lodi; e la malattia si è sviluppata in 1 solo giorno, mentre sui giornali scrivono di tempi di incubazione di 5-14 giorni.

Domenica 23 riprendo gli allenamenti.
Tanto per gradire mi faccio un ventino, giusto per costruire fondo.
Non appena inizio a ventilare profondo, parte un accesso di tosse. E il solito siero che esce dalla trachea.
E che qaz di edema polmonare ho?
Però la respirazione profonda della corsa sembra farmi bene.
I polmoni gradiscono.

Intanto continuo l’assunzione di olio di origano. Visto che ci sono, faccio il mio ciclo annuale anti-borrelia.
Nel contempo continuo ad assumere:

  • glutammina, 20 g/die (forse a causa dell’origano, ho una lieve dissenteria; e, la glutammina, so che mi aiuta);
  • vitamina C, 1 g/die;
  • vitamina E e multivitaminico da crossfitter, con dosi molto elevate di vitamine del gruppo B, zinco e magnesio.

Se corro, non più di 2 volte alla settimana, nei primi km ho colpi di tosse, specie quando inizio a ventilare profondo. Negli ultimi tempi (prima del lockdown) i colpi di tosse, più deboli, si spostano alla fine della corsa.
Ricomincio a sentire energia e a poter spingere sulle gambe solo agli inizi di marzo.

Eva prende – probabilmente – Covid-19 3 settimane fa: lieve febbre, debolezza, strana sensazione alla trachea e perdita di olfatto e gusto per qualche giorno. Nei giorni in cui lei è ammalata, mi si ingrossano i linfonodi al collo, ma niente più.
Quindi per me niente reinfezione, almeno seria.

Qualche giorno dopo Eva è colpita da herpes labiale, che sviluppo anch’io.
Quello inizia a prendermi anche gli occhi.
Siamo tutti e due immunodepressi…
Dovrei andare dal medico a farmi prescrivere l’antivirale.
Ma ormai è partito il lockdown.
Non se ne parla.
E il farmacista non può darmi l’antivirale senza ricetta.
Sostituisco con olio essenziale di tea tree, sulle labbra e sulla pelle sotto le palpebre, 3 volte al giorno.
A parte un’irritazione sotto le palpebre, il problema passa in 5 gg.

Ora ho sospeso tutto, tranne vitamina C e multivitaminico.
Ho ancora qualche colpo di tosse, ogni tanto.
Ma direi che sto bene.

1. Che cosa è successo?

A sconquasso personale esaurito – quello attorno a me è al pieno della sua forza – cerco di capirci qualcosa.

Qui [ K. McIntosh, Coronavirus disease 2019 (COVID-19) ] scopro di aver probabilmente sofferto di una forma medio-lieve di Covid-19:

– Mild (no or mild pneumonia);

Il virus causa una polmonite interstiziale, che colpisce gli alveoli polmonari, molto difficili da raggiungere con qualunque farmaco.
Caratteristica di questo tipo di polmonite è il fatto che in radiografia appare come un’opacizzazione dei polmoni (tutti e due) a partire dalle aree più esterne.

L’articolo riporta anche che

In patients with COVID-19, the white blood cell count can vary. Leukopenia, leukocytosis, and lymphopenia have been reported, although lymphopenia appears most common.

Quindi la malattia causa sia l’aumento nel numero dei globuli bianchi, sia un loro calo (presumo in momenti diversi, se vale ancora il principio di contraddizione).
Ma soprattutto un calo.
Quindi le difese si esauriscono.

Non mi ci raccapezzo molto.

Da questo articolo su National Geographic (A. McEveer, Here’s what coronavirus does to the body) vengo a scoprire che la malattia si sviluppa in 2 fasi:

  • l’infezione, che causa la distruzione delle cellule ciliate dei polmoni;
  • la reazione infiammatoria di risposta, che spesso causa una vera e propria tempesta di citochine e che è la fase davvero letale di Covid-19: prima l’organismo reagisce con una reazione di difesa esagerata (leucocitosi, alti livelli di interleuchina 1 e 6; i polmoni si riempiono di sostanze di scarto dovute all’attacco del sistema immunitario sulle cellule infette; e, in alcuni casi attacca anche quelle non infette) e poi con un’azione immunosoppressiva di compensazione (leucopenia, alti livelli di interleuchina 10).

Il processo è spiegato in modo molto più articolato:

Perché mi sono ammalato e con tale velocità?
Non lo so.

Forse perché, come indicato in questo articolo (ark A.1; Pedersen, Bente K., Contraction-Induced Myokine Production and Release: Is Skeletal Muscle an Endocrine Organ?, Exercise and Sport Sciences Reviews: July 2005 – Volume 33 – Issue 3 – p 114-119 – datato, ma sempre valido), l’attività muscolare intensa, se protratta oltre certi limiti, induce la secrezione di Interleuchina 6, che è la regista dell’infiammazione?

Non lo so.

Per fortuna la fase acuta, come rapida si è evoluta, così rapida se ne è andata.
Qualcosa di ciò che ho assunto ha fatto effetto?
Senza dati oggettivi eccetto il calo della temperatura corporea, non so.

Comunque, approfondendo, scopro che:

  • svariati oli essenziali, tra i quali l’olio di origano, sembrano avere un’azione virucida su molti agenti patogeni simili al SARS-CoV-2; qui una recente meta-analisi: Boukhatem, Mohamed. (2020). Effective Antiviral Activity of Essential Oils and their Characteristics Terpenes against Coronaviruses: An Update. 8. 1138; l’azione virucida sembra essere legata alla distruzione della membrana di protezione del RNA virale;
    -l’olio di origano sembra avere un effetto anti-infiammatorio nel modello animale, riducendo l’espressione di IL-1beta e IL-6; qui: Bukovská A, Cikos S, Juhás S, Il’ková G, Rehák P, Koppel J. Effects of a combination of thyme and oregano essential oils on TNBS-induced colitis in mice. Mediators Inflamm. 2007;2007:23296. doi:10.1155/2007/23296;
  • l’acido acetilsalicilico agisce proprio inibendo l’espressione di IL-1beta e IL-6: “treatment of inflammatory M1 macrophages with aspirin reduced secretion of the pro-inflammatory cytokines IL-1β and IL-6, and increased secretion of the anti-inflammatory IL-10“; qui: Herová M, Schmid M, Gemperle C, Loretz C, Hersberger M. Low dose aspirin is associated with plasma chemerin levels and may reduce adipose tissue inflammation. Atherosclerosis. 2014 Aug;235(2):256-62. doi: 10.1016/j.atherosclerosis.2014.05.912. Epub 2014 May 15; insomma, è un po’ il tocilizumab de noantri; peccato che crei problemi di  ridotta aggregazione piastrinica;
  • vitamina C e vitamina E sembrano ridurre l’infiammazione proprio inibendo l’azione delle citochine pro-infiammatorie; “Essential nutrients such as vitamins C and E may protect against oxidant-mediated inflammation and tissue damage by virtue of their ability to scavenge free radicals and by their ability to inhibit the activation of NF-kB“; qui: 1: Conner EM, Grisham MB. Inflammation, free radicals, and antioxidants. Nutrition. 1996 Apr;12(4):274-7. Review.; l’azione della vitamina C nel combattere infezioni da virus è ben descritta da Vendrame sul suo canale youtube, Domande al nutrizionista; qui l’ultimo suo video sull’argomento: www.youtube.com; sì, di vitamina C, secondo gli studi da lui riportati, ne avrei dovuti assumere almeno 10 g/die;
  • la glutammina pare avere un effetto di supporto a sistemi immunitari stressati, p.e., dopo sforzi aerobici intensi e prolungati: “The provision of oral glutamine after exercise appeared to have a beneficial effect on the level of subsequent infections. In addition, the ratio of T-helper/T-suppressor cells appeared to be increased in samples from those who received glutamine, compared with placebo.”; qui: Castell LM, Newsholme EA. The effects of oral glutamine supplementation on athletes after prolonged, exhaustive exercise. Nutrition. 1997 Jul-Aug;13(7-8):738-42;
  • per finire, l’ossigenazione è la principale terapia di supporto usata oggi negli ospedali per aiutare chi è in terapia intensiva.

2. Quindi?

Ho trovato la terapia per Covid-19?
No, non credo. Piuttosto ho avuto una bella fortuna.
E poi, se bastassero olio di origano e vitamina C per curare un virus pandemico come SARS-Cov-2, non ci troveremmo in questa tragica situazione.
Tuttavia, da profano e considerando dall’esterno la situazione, ritengo che il modello terapeutico che ho casualmente seguito possa avere un suo senso di massima, nel dettaglio:

  • intervenendo il prima possibile, per evitare che si attivino i circoli viziosi della cytokine storm syndrome; (Coronavirus, l’immunoinfettivologo: “Primi 7 giorni fondamentali, se iniziassimo a curare subito pazienti non servirebbe l’ospedale” – Il Fatto Quotidiano)
  • reperendo un antivirale molto volatile che possa raggiungere gli alveoli polmonari (e, forse, anche la barriera emato-encefalica) come fa l’olio di origano (o l’allicina);
  • trovando agenti che inibiscano l’espressione delle citochine pro-infiammatorie;
  • sostenendo il sistema immunitario con adeguato nutrimento a sostegno di linfociti e globuli bianchi;
  • ossigenando.

Ok, la chiudo qui.
Ovviamente diffido chiunque dal considerare quello che ho scritto come un suggerimento terapeutico o un consiglio all’assunzione di farmaci non convenzionali.
Io l’ho fatto in situazione d’emergenza e arrangiandomi con quello che avevo in casa.
E, ripeto, ho avuto fortuna.
Tutte le malattie, e in particolare una malattia insidiosa come Covid-19, devono essere curate da medici competenti, cui ci si deve rivolgere per la terapia.

Ho riportato la mia esperienza solo come caso particolare, purtroppo con pochissimi dati oggettivi di riscontro e su un campione pressoché nullo, che può magari servire a chi si sta occupando da tecnico e in modo scientifico del problema.
Scritto questo, in bocca al lupo a tutti/e.
Ne avremo bisogno.

3. Post Scriptum – Integrazione di 2 giorni dopo

Leggendo qua e là, ho scoperto che la questione è molto più complessa di come la descrivevo sopra.

Da quanto ho capito qui (C. Müller, N. Karl, J. Ziebuhr and S. Pleschka, D, L-lysine acetylsalicylate + glycine Impairs Coronavirus Replication, J Antivir Antiretrovir 2016, 8:4), SARS e MERS, le sorelle maggiori di Covid-19, creano un processo patogeno che è sia infettivo che autoimmune: il virus, entrando nelle cellule, ne causa la reazione infiammatoria, attivando NF-kB; questa proteina fa proprio il gioco del virus, in quanto attiva altri enzimi (le caspasi) per rompere il DNA cellulare; a questo punto il virus ne usa i frammenti scopo replicazione e infetta altre cellule; il sistema immunitario produce altra NF-kB; e questa, a sua volta, dà al virus materia prima per alimentare l’infezione; a un certo momento l’organismo si rende conto che sta esagerando e inibisce la reazione di difesa (la produzione di NF-kB).
Ma ormai è troppo tardi: il virus ha invaso l’organismo.
E, magari, grazie all’infezione virale, nell’organismo indebolito attecchiscono altri patogeni.
Una trappola perfetta.
Un processo patogeno simile è alla base dell’influenza stagionale (qui).

Che qualcosa di analogo accada anche con SARS-Cov-2 non è del tutto impossibile (mia sorella, che lavora come infermiera in un ospedale bresciano, mi dice che, al momento, più che tocilizumab, funziona il cortisone, anch’esso un inibitore di NF-kB).

È possibile intervenire sul processo?
Secondo gli autori, sì: con l’acido acetilsalicilico (meglio se per inalazione via aerosol – loro intendono questo): tessuti cellulari in vitro e nel modello animale con acido acetilsalicilico mostrano una significativa riduzione di titoli virali.

E questo spiegherebbe anche l’efficacia della vitamina C (che inibisce l’attivazione proprio di NF-kB) nel contenere sia l’influenza stagionale e, forse anche le affezioni causate da coronavirus). Sull’uso della vitamina C per la lotta al coronavirus, segnalo questo paper preliminare di WHO, nel quale si segnala come da porre sotto attenzione la vitamina C come presidio per abbreviare i tempi di intubazione di pazienti con ARDS, riducendone il rischio di mortalità: “… further analysis of the CITRUS ALI study has shown the efficacy of high dose Vitamin C (50mg/kg/6hrs) in preventing mortality from acute lung injuries as compared to placebo. This should be considered for evaluation in nCoV…“.

Il problema è far pervenire quantità stabili e non tossiche di salicilato nelle cellule polmonari in particolare nelle fasi iniziali dell’infezione.
Dopo tutto diventa più complicato…

In sostanza, se così fosse e se questo valesse anche per SARS-Cov-2, per chi non ha problemi di aggregazione piastrinica, sarebbe necessario assumere acido acetilsalicilico o analoghi (meglio per inalazione) al primo apparire dei sintomi per smorzare sul nascere il processo patogeno.

Questo potrebbe spiegare la scomparsa quasi immediata della febbre non appena ho assunto acido acetilsalicilico.

Vabbe’…
Io, il mio dovere da topo di biblioteca, l’ho fatto.
Adesso la palla passa a chi se ne intende davvero…

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