Ci Rivediamo, Paolino

Gianluca ama bruciare le tappe.
Ha scoperto che le vie si possono aprire, oltre che ripetere…
Detto, fatto.

Ha provato una volta il trapano di Paolo Dolcini. E due giorni dopo si era comprato un Makita leggero, ultimo modello (cui io devo ancora contribuire).
Un trapano da guai…
Nel senso che, se sei poco attento, in 1 minuto hai fatto il foro (su granito!) e in 5 hai riempito la parete di fix, magari anche messi nei punti sbagliati.
Per fortuna Gianluca ha il problema opposto: tende a metterne pochi.
Piuttosto il problema è per me, che, se trovo difficile, sono tentato di forare. E allora, per evitare di forare, me ne vado per frasche.

Comunque, alla sua prima apertura, Gianluca ha individuato una linea che ha un suo perché, tra “Le Fiabe di Danerba” e “Viaggio per l’Anniversario”: erba e noccioli in basso, ma anche 2 bei tiri in alto.

Lui ha chiodato L1, L3 e L5.
Io L2 e L4.
A L7 ha aggiunto 2 fix lui per raddrizzare la linea, dopo che io, in apertura, me n’ero andato a zonzo sulla dx per rampa e fessura, rimontando dopo sulla sx, onde evitare una verticalizzazione della parete che non mi piaceva per niente.

Alla fine ne è venuto fuori un itinerario di introduzione alla Val Daone, con qualche passo di VI+ e chiodatura a tratti ariosa, sullo stampo di “Viaggio per l’Anniversario”, ma più facile, anche se non sempre così ben protetta.

Ai ripetitori una valutazione più oggettiva.

Portare fr BD da 0.3 a 2, nut piccoli e medi e qualche cordino.
Rel. ufficiali: planetmountain e up-climbing
Ph Nicholas Ferrari

Di seguito la rel.

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CI RIVEDIAMO, PAOLINO
Forti, De Toni, Ferrari, Castellini – VI+ (270 m)

Accesso

Raggiunto il Lago di Boazzo, in Val Daone, continuare per la SP 27 superando il ponte sul Rio Danerba; subito dopo il ponte sulla destra c’è una grande costruzione (colonia estiva con chiesetta). Ci sono discrete possibilità di parcheggio a sx o poco oltre, sempre a sx. Subito sopra la colonia parte una marcata traccia (scarse segnalazioni bianco-rosse); imboccarla e continuare fino a individuare in breve segnalazioni gialle (punti e piccole frecce poco visibili) che in obliquo a dx portano su terreno boscoso ripido, ma pulito; seguirle fin sotto le evidenti placche situate sopra la Cascata di Danerba. Il primo itinerario che si incontra è “Un Tempo Furono Guerrieri”; tramite corda fissa su albero superare un breve salto roccioso, proseguire alla base della parete superando le targhette di attacco di “Cavalcando l’Orso“, “Per Chi Mi Hai Preso” e “Le Fiabe di Danerba” e continuare a traversare prima su ampia cengia e poi su placca insidiosa, se umida (fissa); al suo termine salire a sx per canale vegetato (fisse – la parete resta sulla sx nel senso di marcia) e proseguire diritti per il successivo, breve pendio boscoso. Un gigantesco abete caduto durante la tempesta di ottobre 2018 sbarra l’accesso alla base della parete. A dx attacca “In Viaggio per l’Anniversario”, a sx “Ci Rivediamo Paolino”.

L1 – Salire in aderenza la placca muscosa (filtro – passi tecnici prima del secondo e del terzo fix), quindi obliquare prima a dx e poi a sx superando un pilastrino e puntando a una rampa erbosa fessurata alla sua dx (friend). Sosta su cengia erbosa sulla dx (fix zincati). Sfalsare le corde tra quarto e quinto fix per ridurre gli attriti (VI+ – 35 m);

L2 – Obliquare a sx puntando a un primo sistema di fessure (friend) e al successivo fessurino con ch, più a sx; superarlo con passo delicato e tecnico (stando a dx) oppure aggirandolo a sx su risalti erbosi (soluzione meno interessante). Proseguire diritti fino a una macchia di alberi (1 cordone) e affrontare la placca nera soprastante. Superatala, continuare nel bosco verticale per ca 10 m (cordone) fino a un terrazzino dove si sosta. A dx c’è S2 di “In Viaggio…” (VI/VI+ – 45 m);

L3 – Obliquare a sx nel bosco puntando alla placca soprastante (grandi scaglie staccate alla sua base – attenzione!). Salire la placca (2 fix) e traversare a dx per placca umida e cengia erbosa (scaglie) fino a uno spigolo (fix di direzione). Rimontarlo a dx e salire in lieve obliquo a sx per bella placca a funghi (lasciare a dx un fix di “In Viaggio per…”) e dossi vegetati fino alla sosta su pulpito (VI- – 45 m);

L4 – Diritti per bella placca a funghi; al primo fix in lieve obliquo a dx nel mezzo di un’ampia rampa inclinata a dx puntando al secondo fix e a un larice con cordone; aggirare sulla dx un piccolo bombamento e tornare appena a sx a un varco tra alberi (betulle e aceri – cordone su acero) che consente di avere accesso al sistema di placche superiore; dal varco obliquare a sx per bella placca puntando alla sosta, poco visibile, poco sotto un cespuglio di rosa canina. Protezioni distanti, ma buoni knob ovunque. Sosta scomoda (V – 40 m);

L5 – È il tiro più bello: obliquare e traversare a dx per 50 metri scegliendo la linea migliore su placche e rigonfiamenti ricoperti di knob di tutte le dimensioni. 1 passo di VI- a 10 m dalla prima protezione, poco sotto la seconda. Tiro expo: vietato cadere. Con un po’ di perizia è possibile integrare con nut, BD 3 e BD 0.3. Sosta in comune con S5 di “Le Fiabe di Danerba” (VI – 50 m)

L6 – Lasciare sulla sx i fix di “Le Fiabe” (bella placca erosa) e obliquare a dx per dosso terroso puntando a un grande albero sotto un’ultima verticalizzazione della parete; cordone su albero secco di direzione, sosta a fix su placca sulla dx (II – 20 m);

L7 – Salire per placca e spigolo alla sua dx (fix) fino a poter rimontare una gobba con knob; quindi diritti per placca agli ultimi 2 fix di “In Viaggio per l’Anniversario” (VI/VI+ – 35 m.)

Discesa: come per “In viaggio per l’Anniversario” (possibilità di usare gli ancoraggi di S6 per CD2; o, in alternativa e in caso di necessità, proseguire verso l’alto per dossi rocciosi e boscosi fino a incrociare in breve (10’) una vaga traccia che, tra alberi e rami abbattuti, seguita verso dx (nel senso di marcia), porta a un ponte di tronchi sul torrente Danerba; di qui al parcheggio per comodo sentiero (segnavia CAI SAT).

PS – Chi era Paolino?
Cito dall’articolo di Gianluca: “Paolo Paoletti […] era una persona buona, disponibile, probabilmente fragile, grande appassionato di montagna e delle manovre in sicurezza.” Aggiungo che Gianluca e Paolo, che io non conoscevo, avevano frequentato assieme il primo corso di alpinismo al CAI di Brescia.

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