Tempo di bilanci

Ti voglio fare una domanda:
qual è la scommessa più grossa
che hai perso
a testa o croce?

Anton Chigurh
in

E. e J. Coen, Non è un Paese per Vecchi,
2008
Dall’omonimo romanzo di C. McCarthy

1. Nella fornace

Non scrivo da una vita e mezza.

Il ritorno dal Perù mi ha visto sprofondare in una quantità impressionante di lavoro.
Se – dalle fatture emesse – conto i progetti che ho seguito, ne elenco ben 16 (in 10 mesi):

1. 1 COST (tasso di successo medio 7%), istruttoria, lead applicant UNINA ;
2. 1 MSCA (tasso di successo medio ambito Humanities 9%), istruttoria, lead applicant MIMESIS ;
3. 1 ERC SYNERGY (tasso di successo medio 3%), istruttoria, applicant UNIMI;
4. 1 Creative Europe – rendicontazione – lead applicant UNIMI;
5. 1 AICS Africa Occidentale (tasso di successo medio ignoto) – istruttoria – partner Cooperativa Progetto Accoglienza & Integrazione [CPA&I];
6. 1 AMIF-AG-INFO (tasso di successo medio stimato tra il 10 e il 20%) – istruttoria – partner CPA&I;
7. 1 Comune di Brescia – rendicontazione – applicant Centro Migranti Brescia;
8. 1 Comune di Brescia (tasso di successo medio 50%) – istruttoria – applicant Centro Migranti Brescia;
9. 1 Bando Politiche alla Famiglia (tasso di successo medio 40%) – supervisione all’istruttoria – applicant Consorzio Famiglie Affidatarie – Brescia;
10. 1 Bando Volontariato Regione Lombardia 2018 tasso di successo medio 30%) – istruttoria – applicant Babamondo – Rezzato – BS;
11. 1 Fondazione Comunità Bresciana (tasso di successo medio 30%) – istruttoria – applicant CPA&I (2 pre-progetti relativi a questa call sono stati scartati in seguito a riscontro poco incoraggiante dato dallo staff di FCB rispetto all’eventuale presentazione dell’azione in via di elaborazione);
12. 1 AMIF-AG-INTE (tasso di successo medio a oggi ignoto, stimato intorno al 10%) – istruttoria – lead applicant Coop. Cramars Tolmezzo (UD);
13. 1 bando per acquisizione gestione servizio camping “Le Palafitte” Anfo (tasso di successo medio – solo – teorico 50% – istruttoria – applicant CPA&I);
14. 1 bando IOM per collaborazione a progetto YEP The Gambia (Commissione Europea – IOM) (tasso di successo medio ignoto) – istruttoria – applicant CPA&I;
15. 1 Cultura Sostenibile CARIPLO – rendicontazione intermedia – applicant Fondazione PinAC, Rezzato (BS);
16. 1 FAMI integrazione (tasso di successo medio 15%) – istruttoria – lead applicant Pampuri brescia; progetto non presentato.

Una media di 1,6 progetti lavorati al mese, per un’entrata media approssimativa pari a ca € 625,00 lordi a progetto.
Dei progetti sopraelencati, oltre a quelli in rendicontazione, sono stati approvati solo il n° 6 e il n° 8, sui quali non ho ricevuto success fee, ma solo ulteriore lavoro (di rendicontazione).

Attualmente ho un tasso di successo del 14%.
Questo significa che, ai dati attuali, il mio lavoro non è molto sostenibile: per arrivare a ca € 30.000 annui di lordo (circa 20.000 netti, 1,420 €/mese x 14 mensilità), ne dovrei scrivere almeno 28 – 2,3 al mese, + 43% ca di ore lavoro: 12/14 ore al giorno – vincendone +/- 4 e chiedendo una fee di € 3.000 a finanziamento conseguito, prospettiva non molto realistica se questi ultimi sono di limitato importo e se c’è anche il lavoro di rendicontazione da fare.

Per questo motivo negli ultimi tempi mi sto orientando a chiedere ai clienti di essere pagato a ore di lavoro svolto.
Quando il tasso di successo di un progetto presentato è intorno al 10%, non posso permettermi di consentire al cliente di giocare alla lotteria con la mia vita.

Tra le cause esterne del problema vanno segnalate:

  1. Il basso tasso di successo, appunto, di molti dei bandi a cui ho partecipato;
  2. Il fatto che molte organizzazioni erano di dimensioni troppo limitate o avevano esperienza inadeguata nell’ambito per il quale chiedevano il finanziamento;
  3. Il fatto che alcune organizzazioni avevano poca consuetudine nella partecipazione a bandi (mancanza di firma digitale o PEC);
  4. Il fatto che alcuni clienti non avevano niente da perdere – e tutto da guadagnare – nell’assegnarmi un lavoro che a loro non costava nulla, o quasi, con la prospettiva di possibili entrate, per quanto remote;
  5. Il fatto – imponderabile – per cui il mio stile di scrittura può risultare poco in sintonia con l’approccio alla lettura del valutatore.

Tra le interne:

  1. La mia tendenza a essere troppo analitico nell’istruttoria, riportando troppi dati; spesso i finanziatori, quando scrivono i bandi, espongono pochi dati essenziali in uno stile molto lineare;
  2. La mia tendenza ad adeguarmi alla richiesta del cliente di partecipare a un bando nonostante il cliente medesimo non abbia numeri e competenze per poterlo fare;
  3. La mia tendenza ad accettare richieste di lavoro da soggetti – non su bandi – a volte fin troppo disparati.

La situazione ha qualche via d’uscita?

Bah…
Così, sulla carta, oltre che correggere lo stile di scrittura e – se possibile – conoscere l’approccio alla valutazione del selezionatore, dovrei continuare a farmi pagare a ore (e non a success fee: il tasso di successo è nella media troppo basso) ed essere molto chiaro col cliente nel prefigurargli le effettive possibilità di finanziamento.

Poi dovrebbe essere il cliente a valutare se vale la pena staccare o no il biglietto della lotteria.
Inoltre sarebbe indispensabile specializzarsi, se non su bandi o argomenti (rischierei di scrivere 3 progetti all’anno), quantomeno sulle organizzazione.

Peccato che, se prefiguro al cliente le effettive possibilità di successo e chiedo di essere pagato, p.e., € 3.000 per un mese di lavoro vs il  15% di possibilità di conseguire – poniamo – 100.000 €, il committente molto probabilmente passa la mano.

Eh, sì…
Sono tutti bravi a fare ricerca con la vita degli altri.

Come scriveva Mc Carthy?
Non è un paese per vecchi…
Ma neanche per giovani, mi sa.

2. Calliope

Era una calopsite lutina che Ralf aveva regalato a Eva perché la famiglia del teutone non era più in grado di averne cura.

In una mattina di giugno, più volte stalkerizzata dalla compagna Agata – pappagallina dal carattere aspro, poco propensa ad accettare le debolezze della fragile compagna (musa dal becco adunco, dalla testa pelata e dalle incerte ali) – è fuggita dalla finestra di casa scegliendo la pericolosa libertà della strada.

In suo onore – e spero non in sua memoria – ho salito in solitaria “Calliope”, alla parete di San Paolo, Arco (rel. Arrampicata Arco).

Mi auguro sia sfuggita all’astiosa attenzione dei deva calopsitici e abbia trovato la libertà che cercava, lontana dagli antipatici gné di Agata.

Quanto alla rel. della via, sul redivivo forum “Corno di Cavento” scrivevo:

 

 

Ripetuta Calliope più o meno a maggio, in autoassicurazione (sono riuscito a strappare a Evak il permesso mentre lei correva gli italiani di corsa in montagna, lì vicino).

[S]ono rimasto molto perplesso del camino di L2. 1 p. artif.
Forse non ho visto qualcosa [sulla parete] dietro di me.
O forse sono troppo piccolo [per la spaccata che il passaggio richiederebbe].

Via carina per il genere…

Aggiungerei di portare qualche bd, in particolare per L1, L2 e L3, chiodate non proprio in modo ascellare.

3. I vagabondi del dharma

Che sia un presagio?
Quando si nasce girovaghi – e specie se l’età gioca brutti scherzi alla memoria – può risultare quanto meno tortuoso pervenire agli obiettivi prefissati.

Approfittando della parziale pausa lavorativa agostana, con Gianluca sono salito in Val Daone – in alto davano piogge – con l’obiettivo di ripetere “Verso l’Anniversario” alla Parete della Cascata di Danerba.

Nonostante sul vecchio sito avessi scritto con chiarezza di salire la nota traccia DIETRO la colonia, sono riuscito a imboccare il sentiero sbagliato (il SAT che, prima del ponte, sale in val Danerba). Quindi, dopo 1h di divagazioni nel bosco sulla sx orografica del torrente, abbiamo rinunciato  e siamo scesi di qualche km a vedere se “Spigolo per Voi”, allo Scoglio, fosse asciutto.

Era bagnato.

Quindi siamo stati costretti a ripiegare; Righetti, su Daoneclimbing,  segnala “I4DJM2”, sotto la diga, come “bellissima”.

Ecco…
Abbiamo abbandonato la via dopo un tiro e mezzo, scoraggiati dall’umido, dalla vegetazione fin troppo rigogliosa, dal muschio onnipresente e dai tafani giganti che,  nonostante le nostre manate, avidi e stolidi puntavano al sangue delle nostre caviglie.

Non paghi (nemmeno noi), siamo tornati sotto la Parete della Cascata di Danerba, abbiamo letto con attenzione l’avvicinamento, imboccato il sent. giusto,  attaccato “Un Giorno Furono Guerrieri”, uscendo per… “Per Chi Mi Hai Preso” (e non mi ricordavo più nemmeno quella).

No so che cosa pensare.
Spero sia l’età; e non il dharma o, peggio, amnesia da danno cerebrale in seguito a pregressa borreliosi.

Comunque queste le integrazioni alla rel. Daoneclimbing:

 

 

Ripetuti venerdì gli ultimi 2 tiri – di “Per Chi…” dopo aver girovagato a lungo sul sentiero sbagliato (non bisogna prendere la traccia segnata prima del ponte, ma la traccia – egualmente segnata – dietro la colonia: si entra dal cancello della colonia, si prosegue sul retro, si varca un cancelletto metallico e si segue il non sempre evidente sent., prima per bolli bianco-rossi, poi per bolli gialli; lo scrivo a mia memoria, sempre più carente).

“Per Chi…” è sempre una bella via.
A dire la verità, eravamo partiti su “Un giorno furono guerrieri”, ma abbiamo perso la via alla cengia di S3 (la sosta dovrebbe essere sulla sx del bosco sospeso).
Così, senza saperlo, siamo finiti su L4 di “Per chi mi hai preso”.

In merito niente di particolare da segnalare, se non:

– Betulla abbattuta tenuta in parete da un piccolo abete poco sotto S2 di “Un giorno…”; doppia sconsigliabile;
– Altro albero abbattuto nei pressi di S2 di “Per chi…”; meglio evitare l’unica doppia da 60 e optare per 2 doppie più brevi.

Nel complesso la parete è sporca, muschiosa e ingombra di alberi schiantati dalle valanghe.

In mattinata, prima di salire alla Parete della Cascata, constatato che lo Scoglio era in trippa, abbiamo fatto un tentativo su I4DJM2, alla parete sotto la diga di Boazzo.

Nella rel. Righetti commenta: “la via [è] mooolto bella”.
Il commento era ironico.
E se non lo era, lo è diventato adesso.
L’itinerario si perde tra muschi e frasche 15 m. sopra S1.
Tabanus Bromius giganti nei pressi.

4. Ripiegamenti

Che sia anche questo un presagio?
Nonostante il caldo, Gianluca propone “La Lanterna” a San Paolo: lunedì partirà per il mare.
Io, di “La Lanterna” ho solo qualche vago ricordocome di una brutta bestia.

All’alba delle 5:15 partiamo da Rezzato e alle 7:00 siamo alla base della parete.
Per qualche strano scherzo del destino perdo a pari e dispari il diritto di attaccare.
A Gianluca basta salire al camino sospeso a metà tiro per capire che sarebbe battaglia improba. Chiede a me di provare.
Il sole sta scendendo rapido lungo la parete.

Arrivo all’ultima protezione piazzata, vedo che a suon di friend e staffe arriverei a quella dopo, ma che il tratto successivo non è cosi facile da salire in artif. e che il tratto dopo è protetto lungo e scendo. Salire un tiro all’ora per 6 tiri sarebbe pericoloso, col sole che sta arrivando: collasseremmo prima di finire la via.

Non ci resta che cercare l’ennesimo ripiego; scegliamo “Pilastri Rossi”, un simpatico recente itinerario di Grill, 200 m a sx (sud).
In 2h e 30′ saliamo la via e alle 10:30 accaldati, sudati e disidratati, siamo fuori.
Prima ripetizione in condizioni estive“, commenta Gianluca.

Magra consolazione…
Beh, almeno la via merita.

Da “Corno di Cavento

 

 

Salita estivissima in questa strana estate in cui in alto piove e in basso è torrido.

Dopo aver rinunciato a “La Lanterna” per manifesta lentezza (e il sole stava già arrivando), Gianluca e io ripieghiamo su questa piacevole via nel settore sud, utile per riprendere confidenza con nut e friend.

L’itinerario è sconsigliabile ai principianti per la chiodatura per lo più a cordoni (già cotti) e la necessità di una minima perizia nel piazzare protezioni mobili.

Note

S3 si vede poco (è su un pilastrino cubico sulla sx della cengia).
L6 – Occhio a come si piazzano le protezioni: la maggior parte delle fessure è creata da blocchi accatastati tenuti assieme dalla pressione dei blocchi soprastanti e dalla calcite.
L7 – Bel tiro; sono costretto all’Ao sul passo di VI+. Grill scrive: “Superare lo strapiombo con il viso a sud”; decrittando l’enigma, credo intenda: “Dulfer con corpo rivolto a sud (sx)”. In ogni caso non è un passo per corti.

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Video
Testa o croce?
Non è un Paese per Vecchi – E. e J. Coen (2007)

 

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