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Rio di Valle - Val d'Incarojo


Ho qualche problema con la traslitterazione del friulano-carnico: c'è sicuramente il modo di scrivere l'accento circonflesso con html, ma non l'ho ancora trovato. Quindi ho riportato doppie le vocali che si pronunciano doppie. La "c" alla fine di parola va letta dolce (come in "ciliegia") e non dura (come in "chiodo"). La "c" dura è stata traslitterata con "k". "Cj" e "gj" riproducono le classiche "c" e "g" palatali del friulano.

Val d'Incarojo
Chiaulis
Giro degli stavoli
Dislivello: 300 m. in salita e 300. in discesa
Tempo di percorrenza: 2h e 55' (tempi da passeggiata)
Difficoltà: facile - un solo tratto scabroso
Bel giro "per famiglie" tra natura e cultura. Consente di esplorare l'ambiente modellato dai miei antenati di parte friulana (gli abitanti di Chiaulis di secoli fa) per dare risposta alle loro esigenze primarie. Istruttivo il confronto tra zone (ancora) coltivate e zone abbandonate: il territorio come "metafora" dell'adattamento di una comunità al suo ambiente e come indicatore dello "stato di salute" della comunità e dell'ambiente.
L'itinerario, ad anello, può essere suddiviso in più tappe e percorso in occasioni diverse.
Si parte dalla piazza di Chiaulis, il parcheggio del paese.
Di qui, tre alternative.
a) Si sale per strada asfaltata fino al primo stavolo che si incontra sulla destra. Poco prima, a dx della strada, si stacca uno stretto sentiero. Lo si imbocca e si prosegue in costa fino a pervenire a un primo gruppo di stavoli ("Aì das Cjasotas" - "Posto dei casotti"? - devo chiedere lumi) (10'). Sempre per sentiero, si aggira un dosso e si perviene a "Pramanon" (casa e stavolo di Teresa Della Schiava - Il toponimo è per me intraducibile: solo il lemma "pra" - "prato" è forse riconoscibile) (5'). Proseguendo lungo il sentiero, si entra nella valle del "Riu das Viits" ("Rio delle Viti"?), si passa un ponticello e si giunge alla bella costiera di "Cuesta di Vints" ("Costa dei Venti"?), con stavoli delle famiglie Candussio e Zozzoli (10'). Dal primo stavolo si scende alla strada provinciale e per questa in breve allo stavolo di "Pramanon" (proprietarie le mie zie Ennia De Toni ed Elda De Crignis) (5') (tot. 30').
b) Dalla piazza, lungo i tornanti della strada di accesso al paese fino alla provinciale, si svolta in dir. "Paularo" e si giunge in breve a "Pramanon" (20').
c) Dalla piazza si entra in paese, si segue il selciato in discesa fino ad arrivare in vista della chiesa, si raggiunge la piazzetta antistante la facciata e si scende lungo il sentiero sottostante (che costeggia a sx un rio inforrato, lo "Sgjafok"- luogo dello "scjafoion" - "ingozzamento-soffocamento"? - e che evolve presto in strada). Per esso, sotto i prati "dai Orts" ("degli Orti") e davanti al cimitero fino alla provinciale (bivio per Chiaulis a sx). Di qui come per l'it. b (20').
Da "Pramanon" si (ri)percorre la provinciale verso valle (Tolmezzo) - (unico tratto trafficato e poco interessante), si supera la galleria paramassi e il successivo ponte (vista sugli stavoli "da Pala" - "della Pala" - propr. Della Schiava) e, al primo bivio a sx (dir. "Lovea") si imbocca la vecchia strada in discesa che porta al "Puint da Gleeria" ("Ponte del Greto"), costeggiando il "Riu dai Mulins" (Rio dei Mulini) (20'). Si può arrivare al ponte anche scendendo il sentiero "Dal Crist", una ripida traccia per impavidi che scende lungo lo sperone boscoso sulla sx orografica del Rio e che si imbocca inoltradosi per una ventina di m. sulla sterrata all'uscita della galleria paramassi (per esperti).
Oltrepassato il ponte, si gira a dx e si sale verso Lovea fino a una sterrata che si diparte a sx ed entra nel letto del "Riu da Luviea" ("Rio di Lovea"), meglio non al 1° imbocco, ma al 2° (dopo un tornante). Si segue la sterrata fino alla seconda briglia. Poco più sopra si taglia verso sx il letto del torrente e si raggiunge una traccia che sale la parete boscosa. Per essa, prestando attenzione in un punto di frana (pass. delicato), con alcuni tornanti si giunge in loc. "Mingui" ("?"), presso lo stavolo d Checo Del Linz (20') (tot. 40'). Bella vista sul versante opposto della valle e sui vari paesi accoccolati sull'ampio versante del monte Tersadia.
Si può arrivare ai "Mingui" anche salendo direttamente dal ponte (traccia a sx, sotto masso erratico: si attraversa il Rio, si segue la traccia fino agli stavoli "da Gleeria", si perde la traccia im mezzo all'erba, si rimonta uno sperone prima erboso e poi boscoso sopra gli stavoli e per esso ai "Mingui") (20') (tot. 40') o, da "Pramanon, stavolo di Ennia De Toni, scendendo per traccia sotto la strada, ampio sentiero (vecchia mulattiera di collegamento tra Chiaulis e "Cuesta di Vints"), al primo bivio a sx per ripido sentiero scavato nella roccia che conduce a un'abitazione isolata e disabitata ("Aì dal Pecol" - "Luogo del Costone ripido" - di proprietà di Ettore De Crignis) e al greto del Chiarsò. Qui una volta c'era una passerella (se non c'è, non si passa). Oltrepassatala, un bel sentiero a tornanti porta ai "Mingui", nei pressi di una delle due teleferiche che servono i prati. Giuntivi, si prosegue in piano verso dx incontrando prima lo stavolo di proprietà di Pietro e Lina Candussio e poi lo stavolo Del Linz (sentiero inerbato) (tot 30').
Per tornare a valle, meglio seguire il sentiero migliore, il primo descritto, puntando alla seconda briglia sul Rio (10').
Giunti al ponte "da Gleeria", si risale lungo la vecchia strada (o lungo il sentiero del "Crist"), si imbocca la strada per Valle e Rivalpo, al ponte sul "Riu da Val" si guarda, tra le frasche, il vecchio mulino della nostra famiglia (depredato di tutto il depredabile dai soliti sciacalli) e si sale, in una natura lussureggiante, seguendo l'asfalto e passando in rassegna la loc. "Cuel di Miec" ("Colle di Mezzo") con stavoli delle fam. De Toni e Candussio (attenzione a Guerrino, focoso ariete di Raffaele ed Elisa), la loc. "Scodac" ("?"), con stavolo di mia zia Ennia, e loc. "Rosa dei Venti", al bivio con la vecchia provinciale (30') (tot. 40').
Qui si gira a destra e si segue la panoramica e poco trafficata rotabile (la vecchia provinciale) passando il ponte sul "Riu da Val" (15'), la loc. "Cjastignareet" ("Castagneto") (5'), con resti di una "posta", locanda per il cambio dei cavalli, la loc. "Raut" (?) (5') fino a pervenire al bivio per Chiaulis. Si imbocca la vecchia strada e si scende alla piazza del paese, con vista, dopo la santella, su loc. "Cjasotas" (sulla sx) e "In Som la Vila" ("In cima al paese") dopo aver superato loc. "Aì dal Poc" ("Luogo del pozzo") e le prime case del paese (10') (tot. 35').




























Punti d'appoggio: Diversi siti segnalano le opportunità in zona: il ricco sito su Paularo di Dario Teon e il sito dell'agriturismo Sandri, tra Salino e Dierico. Qualche struttura ricettiva a Paularo. Forse, tra qualche mese, si apriranno alcune case-albergo.
Comunque, se passate per Chiaulis, in via C. Percoto 9, mio zio Pietro Candussio sarà ben lieto di mostrarvi la sua collezione di gerle e mia zia Ennia De Toni di magnificarvi le incredibili proprietà germinative degli orti del paese, che producono insalata, radicchio variegato, pomodori, cetrioli, zucchine , fagioli in quantità (ho fatto la cura della verdura, nei giorni della mia permanenza).
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