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Presolana Sud
in veste invernale


presolana sud
Presolana di Castione
A Federico
Fassi, Spiranelli, Rota - VII/Ao (300 m.)
Il 1° tiro, su roccia dubbia, non invita alla libera. Il penultimo é invece di soddisfazione su roccia ottima. Prima comparsa del sottoscritto in versione "Mandrake" (purtroppo non ho le foto per documentarlo).
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Presolana del Prato
Via dei refrattari
Carrara, Zanni - VI(100 m.)
Io e Riccardo Colosio la ripetemmo un giorno nel quale un gruppo di giovani stava celebrando la Messa (cantata) alla Cappella Savina. Con le nebbie che circondavano i torrioni Gemelli, la cosa aveva uno strano, lugubre effetto. La via é abbastanza bella e su roccia buona. Probabili gli incastri di corda in corrispondenza della prima doppia.
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Respiri profondi
Tomasoni, Scandella, Canova, Piccardi, Bertocchi - VI+ (110 m.)
Ripetuta in una gelida giornata estiva (la nebbia rovina spesso le feste in zona). Stupenda roccia a buchi.
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Fata morgana
Tomasoni, Scandella, Canova, Piccardi, Bertocchi - VII (100 m.)
Molto bello l'ultimo tiro, su spigolo esposto e ben appigliato.
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Presolana Centrale
Ester
Dossi, Ferrari, Rozzoni, Pedroni, Rozzoni, Sala, Rozzoni - VI (200 m.)
Un'opera collettiva! Via di stampo classico con linea non sempre evidente (diverse possibilità al 3° tiro). Tratti instabili verso la fine.
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Panico Salamico
Pegurri, Martinelli - VIII- (165 m.)
E' un afoso pomeriggio di luglio.
Il sottoscritto, accaldato, è impegnato in una conversazione telefonica con un altro tizio, altrettanto accaldato.
"Che cosa facciamo? 'Will il Coyote'?", chiedo io a Ginetto Maffezzoni (è lui l'altro tizio dall'altra parte della linea).
"No, no. Niente granito... Calcare! Facciamo 'Panico Salamico'", risponde lui.
Gli analisti del bit stream di Echelon, in qualche oscuro bunker di Boulder, Colorado, restano sconcertati...
Messaggio in codice?
Questo psichedelico dialogo tra climber, comprensibile solo agli iniziati (Farsi "Will il Coyote" o "Panico Salamico"!?!) si svolse non più tardi di martedì 19 giugno 2005, alle ore 20,00 ed ebbe come esito la ripetizione della difficile via in Presolana di cui riporto relazione testuale e visuale, nonché un servizio fotografico completo.
Che regalo, eh?
E che regalo mi ha fatto Ginetto convincendomi a salire le ripide pendici della Presolana Centrale e a perdermi nel lunare mare di buchi attraverso il quale sale la via.
Un gioiello! Ma che dico? Una goduria!! Una libidine!!! Peccato sia così breve. Da ripetere, se avete il 7a a vista (o. almeno, un onesto 6c).

L1 - Si attacca per avancorpo di rocce rotte, a metà altezza del quale si trova un ch con cordino. Di qui si punta a un'evidente colata nel centro della compatta placca soprastante (Nardella).  2/3 m. a sx di questa ci sono gli spit di "Panico Salamico", che tagliano un magnifico muro a buchi. Ci si scalda bene le dita e si iniziano le danze. Seguire gli spit, puntando alla sosta sotto rigonfiamenti giallo-rossi. Tra l'ultimo spit e la sosta è possibile piazzare un buon kevlar in clessidra (VII- - 25 m.).
L2 - Per impressionante strapiombo a prese generose prima verso sx, poi rientrando a dx (preparare un kevlar per il ch alla fine del traverso a dx: il ch, moschettonato direttamente, lavora male). Quindi diritti per magnifica placca a buchi (sequenza chiave, secondo me) (VIII- - 35 m.). Io resisto più volte alla tentazione di usare il nuovo super-furbo di Ginetto Maffezzoni e, nonostante mi fermi quasi ad ogni spit, faccio in libera almeno i singoli.
L3 - A sx della sosta per bel muro a buchi e placca tecnica. Arrivati a una cengia erbosa sotto l'ultimo tratto verticale, si può piazzare un kevlar in una clessidra (tagliente) e un friend 4 Ande in un buco. Meglio, forse, un kevlar lungo in grande clessidra generosa. Di qui per bel colatoio verticale a buchi alla sosta (VII- - 35 m.).
L4 - Si mira allo strapiombo giallo-rosso sopra la sosta, lo si supera a sx (buone prese nascoste), si prosegue per successivi bombamenti e si raggiunge l'ultimo strapiombino prima del punto di fermata. Qui, astuzia.
Io, che sono poco astuto, mi fermo a riposare sia al primo che al secondo strapiombo... (VII+ - 30 m.).
L5 - Si va a dx della sosta per magnifica placca a buchi (prima del 2° spit, distante, è possibile mettere un kevlar in clessidra), poi diritti per muro a gocce e buchi, prima verticale e poi strapiombante, che si supera con entusiasmante arrampicata. Sotto la sosta, io sono salito al diedrino di sx. Non so come sia il diedrino di dx.
Nota - Occhio al ch universale che si incontra a metà tiro: è solo un segnavia, in pessime condizioni. Molto meglio il ch a U appena a dx.
La rel. Ruggeri dà il tiro di 6a+. Io gli assegno un (VII- - 40 m.): non c'è molta differenza tra L5 e L1 e L3.
Discesa
Con corde da 60 m., 3 doppie: 1 da 40 (S5-S4), 1 da 50 (S4-S2), 1 da 50 (S2-base).


Relazione visuale - Panico Salamico
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Emmental Strasse
Noris Chiorda, Panna, Ravasio, Brumana - VII- (150 m.)
Anche questa non scherza (quanto al numero di apritori, intendo). Bella via su roccia compatta. Molte le protezioni costituite da cordoni in clessidre che, temo, nel tempo si saranno usurati.
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Gianmauri
Berlinghieri, Ferraris, Noris Chiorda, Panna - VII (160 m.)
Bella via su roccia super e ottime protezioni (almeno all'epoca - 1995).
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Presolana Nord
Un giardino per Gianmario
Andreoli, Savoldelli, Filosi, Gualini - VII+/A1 o VIII-(400 m.)
Il giorno prima che andassi a ripeterla, Andrea Chiaf, che mi aveva telefonato per altre questioni, saputo del progetto, mi aveva detto: "Andate a fare una via così facile? Forti come siete? Siete sicuri di non annoiarvi?".
Credo ci prendesse vagamente per i fondelli. La via è sostenuta e su roccia non proprio ottimale: in numerosi tratti si arrampica su "castelli di carte" di lastre e blocchi che stanno su per miracolo. La cosa strana è che molti me ne hanno parlato come di una bella via, di roccia solida.
Che nel corso dell'inverno 2005, duemilacinquecento "tacoi" (folletti) si siano sistematicamente dati da fare per smantellare la parete? Mah!
Comunque, ecco la relazione, compreso il nostro errore di itinerario: la relazione su "Arrampicate sportive tra Bergamo e Brescia" segna "Un giardino per Gianmario" distinta da "Sim Sala Bim" . Non è così: le due vie si incrociano tra L4 della prima e L5 della seconda.
Comunque, ecco la relazione.

L1 - Per colatoio erboso alla base di una placca a dx, che si supera con arrampicata tecnica e da capire. Poco più sopra un altro passaggio d'astuzia consente di vincere agevolmente il muro successivo, a grandi prese (VII- - 25 m.).
L2 - A dx della sosta per uno dei famosi tratti di roccia "sanissima", poi diritti e a sx prima per strapiombo e poi per bel muro lavorato. Il ch rosso dello strapiombo ha sulla sx un bello spuntone. Non fate come me, che ho moschettonato al volo e mi sono appeso per rinviare perché avevo paura di venirmene giù con un macigno in mano. Nonostante le apparenze, lo spuntone è buono (VII- - 25 m.).
L3 - A dx della sosta per muro a buchi, fino al primo spit, alto. Di qui a sx per roccia compatta, poi diritti e a dx stando sulla linea delle protezioni. Ralf si ferma un paio di volte. Io provo a resistere alla fatica e salgo senza pause. 6c vero (VII+ - 15 m.).
L4 - Si traversa a dx sotto un tetto per placca a piccoli appigli. Appena possibile si sale diritti (1 pass. da capire), piegando poi appena a sx per muro erboso. Giunti sotto una placca a buchi, la si sale. Dopo il ch, tenersi appena a dx, fino alla sosta nel centro della grande nicchia soprastante, formata da una gigantesca lama sospesa (e vagamente simile a una minacciosa ghigliottina) (VI - 35 m.).
L5 - A sx della sosta a uno spigolo (ch cattivi). Si prosegue poi per pilastrino a blocchi sovrapposti e in precario equilibrio fino a una nicchia. Qui c'è una sosta (di calata?). A dx della nicchia è evidente una ben chiodata fessura ascendente a sx (presumo di "Sim Sala Bim"). Invece "Un giardino per Gianmario" prosegue a dx, a livello della nicchia, traversando su cengia (VI - sosta dopo circa 8/10 m. - dalla sosta precedente 40 m. circa). Ralf segue la cordata davanti a noi, sale la fessura strapiombante (VI+ abbondante) e va a fare sosta su cengia dopo aver attraversato a dx su lame rosse staccate al termine della fessura (VI+, facciamo anche VII- - 40 m.).
L6 bis - Tocca a me. Ralf ha visto l'altra cordata salire prima a dx e poi tornare a sx e mi invita a fare lo stesso.
Io sento puzza di bruciato: la rel. prevedrebbe ben altro. Comunque parto. Rampa a dx, poi netto traverso a sx per muro strapiombante a buchi (da percorrere anche in discesa), quindi per diedro lievemente strapiombante (molto difficile) a un pulpito e alla successiva placca che si supera prima a sx, poi diritti (abbandonando una comoda rampa erbosa verso sx) e tenendo la dx in corrispondenza di una clessidra con cordone. 4-5 m. sopra c'è la sosta. Io, che ho sistemato male le protezioni, causa attrito delle corde non ci arrivo e mi fermo alla clessidra (VIII-, anche se per Tiberio Quecchia sarebbe stato un VII+ - 40 m.).
Ralf mi raggiunge e sale alla sosta giusta (2 spit). Di qui ci caliamo alla sosta nella nicchia. Il collega traversa a dx e va a prendere S5 di "Un giardino per Gianmario".
L6 giusta - A dx della sosta per cengia e placca a buchi con molti ch., prima verso dx e poi verso sx. Io, preoccupato della lama pericolante sopra l'ultimo ch, traverso a sx e raggiungo una rampa ascendente verso dx, la seguo per lastre staccate, cupamente rimbombanti, e tratti erbosi. Ralf, invece, tira la lama sopra il ch ed esclama "Facile. Sarà VI, non VI+!". Io gli lascio (VI+ - 40 m.). Non tutti pesano 60 kg scarsi come lui...
L7 - A sx della sosta, si scende di un paio di metri, si traversa e si entra in una bella placca a gocce e buchi che si segue fin sotto una fessura ascendente verso dx. Al suo temine, con un pass. atletico, alla cengia di sosta (VII - 25 m.).
L8 - A sx della sosta per muro compatto a buchi. Io tento la libera, ma sento subito i muscoli ingripparsi (crampi). Senza nemmeno combattere troppo,  mi arrendo, moschettono il ch sul passo chiave in artif. (è un ch universale), scopro che balla (meglio portare un martello per ribatterlo), lo carico trazionandolo verso il basso, moschettono in A1 il ch successivo, tiro anche quello e poi proseguo per il seguente bel diedro-fessura verticale, a tratti strapiombante. Protezioni lunghe. Difficile integrare (1 solo friend 3 Ande) causa l'apparente scarsa solidità della lama che si usa per salire. Ralf fa il tiro in libera (VI/A1 o VIII- - 40 m.).

Discesa
Con 4 doppie: S8-S7, S7-S5, S5-S2, S2-terra (corde da 60 m.).
 

Relazione visuale - Un giardino per Gianmario
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Bosio
Nembrini, Piantoni - VII+/A1 o VIII/A1 (335 m.)
Uno
Cordata insolita, oggi.
Ralf e io siamo letteralmente trascinati a velocità stratosferica su questo bell'itinerario classico alla Nord della Presolana da Andrea, arrampicatore da 8a+ in falesia e "Variante Italia" in Marmolada, oggi in vena di esperimenti da big wall, con saccone e tutto il resto al seguito.
Andrea è sul chiave di L4, un muro appena strapiombante, friabile e protetto a vecchi ch a pressione e qualche fix.
Fa qualche tentativo in libera [e avrebbe di sicuro la possibilità di passare a vista], ma si arena e inizia a tirare, con molto timore, i ch.
In effetti, col suo metro e ottantacinque di altezza, se volasse, come un niente potrebbe estrarre a cerniera quelle protezioni di ormai 47 anni fa.
Lo stesso accade sul chiave del tiro dopo, una magnifica placca grigia, sana, questa volta.
Ralf, invece, che questo giro ha deciso di fare da turista [e che quindi sale la via da secondo], sulla placca grigia, pur con un recupero su ch, passa.
E' vero: da secondi è tutta un'altra cosa.
E su quelle protezioni, poi.
Però...
Mi viene da pensare al tempo richiesto, in arrampicata, per contemperare potenza, tecnica e controllo mentale.
D'altra parte, Andrea, a 26 anni, ne ha, di tempo, davanti a sé...

Due
Ultimo tiro.
Sono davanti io.
Sto recuperando Ralf e Andrea.
Andrea sale a velocità doppia rispetto a Ralf, arriva in sosta, si slega, mi dice: "Vado su in cengia, a vedere se Beppe e Paolino sono già arrivati" [loro stanno ripetendo "Un Giardino per Gianmario", più a sx] e sfreccia zaino in spalla lungo la parte terminale della rampa, verso l'uscita.
Beata gioventù...
Ralf, col suo ritmo [che, a me, sembra placido, confrontato con quello di Andrea], arriva, si slega, riavvolge la sua corda e riparte verso il cengione.
Io perdo un paio di minuti per smontare la sosta e corro dietro al teutonico, contando di raggiungerlo in un niente.
Ma non ce la faccio.
Anzi, verso la cresta terminale del cengione lui allunga e mi distanzia.
Colpa del Venezuela?
Naaah, niente scuse!

Mentre arrivo alla sosta della penultima calata sullo spigolo NO, con i capelli a ventaglio, spinti verso l'alto dalla velocità di discesa, i due attaccano.
"Toh, guarda... Arriva Gandalf il mago..."
"Ma è il bianco o il grigio?"
"No, no... E' il grigio... Sarà il bianco tra un po'..."
E giù altre irripetibili battute.

Ridete, ridete, 'che la mamma ha fatto gli gnocchi...
Anzi, sono già lì, in tavola, pronti per voi.

Tre
All'Albani [www.rifugio-albani.it], condotto al meglio da Pablo Ayala, osteopata, eploratore, scialpinista, skyrunner e, a tempo perso, gestore di rifugi, troviamo un pincanello.
Le squadre sono - nel primo match - Ralf e Pablo contro Andrea e il sottoscritto [risultato, mi pare, 2-0]; poi Ralf e Paolino sempre contro noi due.
Perdiamo il primo incontro 0-6, 6-3, 7-5 e vinciamo il secondo 6-2, 6-4.
Povera Regina...
Degradata da un gruppo di irrispettosi alpinoidi a fare da sfondo - maestoso, certo, ma di secondo piano - al "Presolana Nord Pincanel Party", il torneo di pincanello a più alta quota delle provincie di Bergamo e Brescia...

Comunque dobbiamo riprendere gli allenamenti.
Come "di che cosa"?
Di pincanello, ovvio.
La forma lascia proprio a desiderare.

Quattro
Al ritorno, in auto, come al solito chiacchieriamo del più e del meno.
Tra le altre cose, discutiamo del futuro dell'alpinismo bresciano.
Andrea, che ha la fortuna di arrampicare in pianta stabile con Beppe, alpinista dal curriculum impressionante, è uno dei pochi a tentare vie di un certo livello.
Ci sono altri quattro o cinque ragazzi che promettono bene e coi quali lui potrebbe legarsi in cordata [e con alcuni di loro lo ha anche fatto].
Ma, per il resto, se vuole provare certi itinerari e acquisire l'esperienza necessaria per salirli, non può che rivolgersi a noi, ormai [almeno Ralf e io] nella fase conclusiva della nostra attività di punta.
E comunque, tra i molti giovani che fanno falesia e blocchi, ben pochi portano sulle pareti di montagna il livello acquisito in valle.
Anzi alcuni faticano addirittura a trasferire in falesia le impressionanti potenzialità acquisite nel boulder.
L'alpinismo è attività troppo faticosa?
Richiede troppo tempo e troppo allenamento a ragazzi con tempi frammentati tra i mille impegni e i mille interessi della baumaniana vita liquida?
O richiede una maggiore attitudine al fare senza attendersi risultati?
All'esplorare senza sapere che cosa si troverà alla fine?
Rientra poco in quei canoni di assoluta sicurezza che società e stato sempre più ci inducono ad attenderci in tutto quello che facciamo?

Inoltre una salita su qualche più o meno famosa parete montana, per quanto impegnativa e difficile, per quanto sia stata significativa per chi l'ha portata a termine, per quanti sacrifici e sofferenze gli possa essere costata, si perde nel tourbillon di notizie su questo o quell'exploit sportivo, svanisce nel nulla del sensazionalismo globale.
In un mondo in cui tutto è mito, nulla lo è.

Mi viene da pensare che l'alpinismo come l'abbiamo conosciuto Ralf e io, l'alpinismo nel quale noi - dobbiamo riconoscerlo - abbiamo giocato un ruolo al massimo da comprimari e solo a livello locale, abbia gli anni contati...

Forse è un bene: niente più levatacce col cuore in gola dall'angoscia, niente più fatica, niente più - a volte - terrore...
Però nemmeno niente più dedizione, niente più disciplina, niente più - a volte - meraviglia di fronte al ritirarsi del mondo al cospetto del suo ottuso "oltre", che riempie di sgomento.

Stefano, in Venezuela, insisteva perché io mi mettessi ad aprire vie laggiù soprattutto per dare ad alcuni ragazzi indios la possibilità di sperimentare, in altra forma, quei riti di iniziazione alla vita adulta che, nelle loro comunità di origine, sono andati via via sparendo in seguito al contatto e all'integrazione tra mondo indio e mondo occidentale.

La scomparsa dell'alpinismo in quanto attività iniziatica come sintomo della scomparsa del mito e del senso nel mondo della tecnica imperante, come espressione del tramonto dell'Occidente?
Heidegger potrebbe scriverci sopra un trattato: "Die Klettern als..." [come si scrive, Ralf?].

"Senti, ma...", mi fa Andrea, "Tu non sei istruttore di alpinismo?"
"Chi? Io? Naah... Sai com'è... Le otto settimane di corso in aprile-maggio mi avrebbero impedito di portare a termine l'allenamento per l'estate... Quindi, per me niente d-istruzione alpinistica della gioventù."

E poi, che cosa avrei potuto insegnare ai miei allievi?
"Ach zu! Tu mette piede là"?
In questo Ralf è molto più bravo di me.

***

Bella via su roccia per lo più ottima. L'itinerario è chiodato molto meglio di quanto farebbe supporre l'"R3" con cui la nuova guida di versante Sud" lo classifica.
Noi abbiamo usato friend BD 05, 1, 2, 3, fettucce e cordini.
Alcune integrazioni alla precisa relazione visuale consultabile qui: http://www.rifugio-albani.it/index.php?/ita/content/view/full/75/(offset)/12.
Niente foto: digitale lasciata nello zaino.

L1 - La lunghezza è di 25 m. Il pass. di traverso a sx è un po' più duro di V+ (VI- - 25 m.).
L2 - La lunghezza è di soli 15 m. (V/V+ - 15 m.).
L3 - Fessura, fino alla cengia. Primo pass. più facile ai lunghi (V+ - 25 m.).
L4 - Tiro molto atletico. Per la libera, sul primo muretto, stare a dx (VII+/A1 - 35 m.).
L5 - Nei pressi del cuneo [ce n'è uno solo, se ricordo bene] la libera è molto più semplice stando bene a dx [muro a ottimi buchi]. Comodo saltare il ch soprastante e puntare direttamente al fix (25 m. - VII/Ao o VIII-/VIII).
L6 - Bel diedro tecnico, di impostazione (35 m. - VII-).
L7 - In obliquo per rampa e in traverso a sx su cengia sotto una grande nicchia (15 m. - V-).
L8 - Prima parte del diedrone terminale; il blocco di partenza è ben proteggibile con un fr BD 3 (50 m. - VII-).
L9 - Sul fondo del diedro e poi sulla rampa che ne costituisce il lato sx; la sosta è, come le precedenti, su 1 fix con anello [2 ch nei pressi] - (50 m. - VI, 1 breve sequenza).
L10 - Scegliere la linea più semplice sulla rampa di sx del diedro; poss. sosta dopo 25 m.. Noi abbiamo fatto sosta su spuntone e ch nei pressi del fondo del diedro dopo circa 60 m. di tiro (IV - 60 m.).

Il cengione Bendotti si raggiunge uscendo dalla rampa, traversando a sx per rocce rotte e salendo il margine inferiore, erboso, del terrazzone inclinato. Poi si segue in salita il cengione fino alla crestina terminale.
Doppie ben attrezzate lungo lo Spigolo [rel. 24 agosto 2009].

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Medaglie di Matley
Savoldelli, Pegurri - VII/A1 (400 m.)
Bella via sostenuta, anche se su roccia non sempre ottimale. Le protezioni presenti sul 2°tiro (molti cordini in clessidre) hanno un'aria macilenta e non invitano alla libera. Se qualche benefattore li sostituisse, sarebbe molto amato. Molti i passi di A1 liberati da Ralf Steinhilber durante la nostra ripetizione. La relazione di Ruggeri negli ultimi tiri è imprecisa. A S11 si arriva dopo un traverso a destra e un tratto diritti. Se si raggiungono S13 e S14 ci si ritrova sul cengione Bendotti (e si deve arrampicare verso il basso per trovare le calate dello spigolo).

Racconto - Una strana estate
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Miss Mescalina
Moioli, Capponi, Coter - VII/Ao (260 m.)
Via molto bella su roccia buona, ottima in diversi tratti. La roccia è delicata nel 1° tiro e verso la fine (dove la linea diventa, oltre tutto, poco chiara). Io e Giovanni Mostarda puntammo a destra, alle calate sullo spigolo.
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Spigolo Nord-Ovest
Castiglioni, Gilberti, Bramani - VI (280 m.)
La prima parte (su rocce rotte ed erbose) non è un granché, ma sono stupendi i due tiri sopra la cengia mediana. Chapeau al buon Ettore.
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Denise
Piantoni, Bettineschi - VII/VII+ (300 m.)
Ripetuta per errore mentre, in cordata a tre (Mostarda, Steinhilber e il sottoscritto) cercavamo "Carpe diem". Roccia in più tratti delicata (sul 4° tiro - molto sostenuto: circa VII - da secondo, mi rimase in mano una presa). Impegnativo, ma molto ben chiodato, anche il 6°. Ambiente suggestivo.
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Climbing - Top
dts
Sandro De Toni - Via del Santellone, 39 - 25080 - Molinetto di Mazzano [BS] -