Giardino di Dallas – Sanìco – Toscolano (BS)

Torna a nuova vita il Giardino di Dallas, storica e bella falesia nel comune di Toscolano fino a poco tempo fa in abbandono perché su proprietà privata.

Durante il lockdown Ivan Maghella, Saverio Sodero e Rudi Amati, forse anche con l’aiuto di altri, sono evidentemente riusciti ad accordarsi col proprietario per risistemare la falesia, riattrezzare i vecchi tiri presenti e aggiungerne diversi nuovi.

La parete è tra le più belle del bresciano e si presta a essere frequentata soprattutto da arrampicatori con ampio margine almeno sul 7b. Pochi i tiri facili presenti.
L’avvicinamento avviene per l’intricata traccia che porta alla base di Let’s Dance.

Rocca di Manerba – Lago di Garda Ovest (BS)

Avvicinamento labirintico, più per la mia memoria in deterioramento che per l’ottima sentieristica, per questa bella e abbandonata falesia della costiera occidentale gardesana.
Speriamo che qualcuno ci stia mettendo mano.

Due note:

  1. La via nuova che cito nel video è, forse, Chimuffafà, 7a;
  2. Non mi sono calato dall’albero secco sotto il colatoio centrale, ma dalla macchia di arbusti dietro, a circa 3m dal bordo; la doppia dal tronco cadavere è suicida.

Peccato per le condizioni.

Via dei Fons – Cima di Barbignaga – Adamello Ovest

Breve, ma impegnativo itinerario salito con il Tèutone quest’estate. Mancava solo che arrivassimo a Paspardo e tornassimo a Brescia in bici e avremmo fatto lo Stone dell’Alpinisten.

Da non pensarci neanche per sbaglio…

La via è stata aperta da Federico Canobbio ed Elena Bigi nel 2020 e ha gradi moderati solo in apparenza. Il 5c è VI, il 6a VI+ e il 6b VII- di montagna. La presenza di qualche fix in via non ammorbidisce l’impegno, considerando la distanza tra le protezioni su molti tiri, il piazzamento non sempre elementare delle protezioni e la qualità della roccia.

Mentre salivo, sentivo raccontare da due ragazzi che, vicino a noi, avevano ripetuto La Luna Buna che a loro si erano rotti quattro knob. E, se te ne rompe uno mentre sei 6m sopra l’ultima protezione mentre 10m sotto c’è la cengia di sosta, non è una bella cosa.
La roccia tende a rompersi anche perché é articolata a cannellure verticali e non di rado forma pilastrini che tendono a staccarsi con una certa facilità.
Quindi occhio…

Rel. primi salitori qui: www.adamellothehumantouch.it

Castiglioni-Bramani al Corno Gioià – Tentativo – Falesia Aldo Poli – Val Salarno (BS)

Disavventura alpinistica poco prima del matto Ferragosto 2022: in pianura avevamo 40° alle 10:00; e in montagna una perturbazione proveniente da nord-ovest ricopriva di vetrato le pareti.
Sapendo che quest’anno non avrei avuto molte altre possibilità, ho passato il pomeriggio di venerdì a guardare l’evoluzione della perturbazione ai radar e ho deciso per il tentativo solo dopo aver visto che di notte sulle creste non davano temperature inferiori allo 0°.
Sbagliato, in parte…
Mentre, poco più a sud, Paolo Amadio, Francesco Rossini e Andrea Loda richiodavano Diedro e Nuvole, noi, Massimiliano e io, incontravamo vetrato sulla ganda già a 2400 m ed eravamo costretti al ritiro.
Abbiamo ripiegato sulla falesia Aldo Poli al Cimitero degli Elefanti rifacendoci le dita su alcuni dei numerosi, brevi itinerari chiodati sul posto da Sandro Zizioli, Alberto Franchini e soci.
Bello, eh?
Ma il Corno Gioià è un’altra cosa…
Ho un debito con Massimiliano.

Val Pila – Livigno (SO)

Le spettacolari vallate a sud di Livigno nascondono qua e là salti di buon calcare che possono valere una visita per arrampicatori che – per sbaglio, ovvio – si trovino a visitare quelle magnifiche lande create apposta per sciatoren, ciclisten, triathleten, runneren und e-bikeren, ma non per klimberen.

Magari un’oretta di avvicinamento e solo 12 vie tra il 4c e il 7a possono scoraggiare chi è abituato ad avvicinamenti mignon e itinerari più difficili di 7b.
Ma il posto merita.

Per una volta metto il link alla descrizione (aggiornata, 2022) della falesia: www.paolo-sonja.net

Dry Tooling in falesia? Nooo…


Stefano Leuz mi scrive che qualcuno ha provato le picche a Coffee Shop e Biblioteca.
È un vecchio problema su cui si è discusso e litigato molto.
Comunque adesso non mancano le pareti dedicate al dry: Giardino Segreto, Tampa, Bus del Quai, Alta Valle d’Inzino. Anche gli amanti di picche e ramponi hanno di che sbizzarrirsi. E su ogni inclinazione.
Per questo è meglio evitare il dry tooling in falesia, specie su pareti storiche o recenti e chiodate per la libera. Picche e ramponi scavano le prese e ne tagliano i bordi.

PS – Monia Gaibotti mi segnala di aver compilato un repertorio di falesie dedicate al dry consultabile su FB a questo link: https://m.facebook.com/groups/489385181118747/permalink/1749566571767262/

Falesia del Fopel – Livigno (SO)

Ne ho trovata notizia sul forum di Planetmountain.
È a 2 m dallo stradone su cui si allenano ciclisti e triatleti, ma in un canale che scarica durante le alluvioni e si ghiaccia d’inverno.
Quindi la roccia, un calcare a strati, è molto rotta. E le chiodature nella nicchia hanno l’aria di disintegrarsi solo a guardarle.
I pendii di fronte e in alto sono cosparsi di paretine. Sarebbe interessante sapere se c’è qualcosa.
Ma mi sa che in zona l’interesse maggiore è per le attività di endurance.

Li Crapena – Trepalle – Livigno (SO)

Le ormai lontane esplorazioni di quest’estate…
Durante le mie vacanze in zona, mentre Eva faceva km e km su e giù per le perfette strade livignasche circondata da uno dei panorami montani più fantastici delle Alpi, io mi dedicavo all’esplorazione delle rarissime falesie del posto.
Ne ho contate e trovate tre.
Li Crapena è la prima.
Niente di eccezionale: una quindicina di vie facili su solido calcare d’alta quota, chiodato lunghetto per chi è al limite sul grado.
Però si stava al fresco.
E questa era una gran cosa…

Camerate – Toscolano (BS)

Bella falesia con avvicinamento reso complicato dalla frana che, nel 2020, ha isolato le Camerate da Toscolano.
Ora ci si porta sul posto o da Gaino per ferrata (20′ circa) o da Navazzo per strada sterrata riservata a mezzi ruspanti.
Leggevo su FB che a settembre Guido Bonvicini ha fatto manutenzione alla parete ripulendola dalla vegetazione e togliendo le rocce smosse.
Così anche i climber più pigri avranno un motivo in più per aggiungere qualche minuto alla lunghezza dei propri avvicinamenti standard e mettersi alla prova sulle fessure della falesia.

Valverde – Villanuova sul Clisi (BS)

Nei pressi di Bondone, nel bosco, c’è una falesia recente di fatto abbandonata, forse per le emissioni di gas radon nella nicchia in cui è scavato l’accesso all’acquedotto di Villanuova.
Peccato…
Anche se di modeste dimensioni, ha bella roccia, molto simile a quella del Renico.