Danza Classica

Devi chiedere consiglio alla morte
e sbarazzarti delle maledette meschinerie
proprie degli uomini
che vivono
come se
la morte non dovesse mai toccarli.

Tu ti senti immortale;
e le decisioni di un uomo immortale
possono essere cancellate o rimpiante o messe in dubbio.
in un mondo in cui la morte è il cacciatore,
non c’è tempo per rimpianti o dubbi.
C’è solo il tempo per le decisioni.

Don Juan Matus

in C. Castaneda,
Viaggio a Ixtlan, Roma, Astrolabio, pp. 36.48

Quando affronto il nemico,
è come se penetrassi nelle tenebre.
Ma se tranquillizzo subito il mio spirito,
tutto diventa
come una notte
illuminata da una pallida luna.
Se attacco in quel momento,
so che non verrò colpito.

***

In verità, la vita umana è breve.
Meglio, dunque, fare le cose che ci piacciono.
In questo mondo,
che ha la stessa realtà del sogno,
è sciocco amareggiarsi
perché ci si limita
alle cose che non piacciono.

Questo principio, mal interpretato,
può tuttavia essere nocivo;
così ho deciso di non insegnarlo ai giovani.

Mi piace dormire.
In risposta alla situazione attuale del mondo,
credo che quanto ho di meglio da fare
è dormire

Yamamoto Tsunetomo,
Hagakure, Milano, Mondadori, 2001, pp. 179.132

1. Cunicoli gravi

Siamo sotto L1.
“Danza Classica” attacca a sinistra della “Michele Avanzi”, sul margine sx di una volta strapiombante.
Un camino lavorato a calcite sale insinuandosi in un tratto ben oltre la verticale.
Alla faccia del V+…
Parto con una certa fregola.
L’architettura a budello della roccia è particolare e chiama.
Salgo svelto fin dove la pietra è sana.
Poi mi inchiodo: gli ultimi m sotto la sosta sono su una rampa erbosa delimitata a dx da una fessura a blocchi.
Avanzo con attenzione battendo ogni blocco e ricavandone ogni volta un sonoro “booonnggg” che avvisa della scarsa solidità degli appigli.
Diavolo di un Gano…

2. Errori

Dico a Gianluca: “È di là”, indicando la prosecuzione di L2 sulla rampa a sx di S1.
Gianluca non ci pensa due volte e parte.


Come da rel, prova più volte a entrare nella placca a dx, ma non riesce: protezioni cattive e alte difficoltà.
Si arrende, ridiscende in rampa e la segue per la var di sx.
Arriva a un pulpito con cespugli: niente sosta.
Prosegue per placca macilenta: niente sosta.
Torna indietro ai cespugli e si cala.
Poi mi dice: “Vai su”.
Lo guardo interrogativo, ma eseguo.
Salgo fin dove è arrivato lui, constato la situazione e scendo, anch’io in doppia: non si può fare molto altro.
Tornato a S1, noto un ch gigantesco, zincato, a DX della sosta: un segnavia.
Alzo gli occhi al cielo.
Ripartiamo…

3. Strane pratiche

L4 – Bella fessura obliqua a sx di opposizione, come direbbe Oviglia: perfetta da salire in dulfer.
Gianluca parte e la sale frontale.
Quanto spreco di energie…
Beata gioventù…

4. Danza macabra

L6 – Sopra la sosta due fessure; poi è evidente il traverso a sx, appesi a un blocco sospeso, che dovrebbe dare accesso alla rampa obliqua a sx.
Non riuscirò mai a comprendere del tutto il gusto horror di Danilo e Ivan per i tiri a blocchi…

Dopo dovrò in qualche modo salire la placca rossa, bella e minacciosa, che abbiamo sopra la testa.

Salgo la fessura di dx, piazzo un friend e traverso.
Gianluca fa: “Non togli il friend? Farà attrito…”
Non ci penso neanche.
Immagina se vengo giù, in cengia, col bimbo da una tonnellata che tengo tra le braccia…
Voglio almeno avere l’illusione di fermarmi da qualche parte.
Per buona sorte quello, il macigno, sta su.

In breve salgo la rampa e arrivo al punto d’accesso alla placca superiore: un cordone e due ch vicini segnalano la deviazione.
Il primo ch è cordonato.
Non mi fido della protezione e aggiungo un fr sotto. Non si sa mai..
Mi alzo per muro strapiombante, prendo una manetta che sembra per la mano piena, la carico e…
Quella si sbuccia.
Sì, si sbuccia: se ne sfoglia lo strato superiore; e l’appiglio mi abbandona alla forza di gravita.
Mi ritrovo 5 m sotto.
Tutto a posto.
“Ueh…”, fa il socio.
“Eh, sono volato”.

Riparto subito.
Questa volta la manetta non si sfoglia più.
Mi ritrovo sulla placca, in un vago toboga.
Il tiro prosegue in traverso e in obliquo a dx, su roccia magnifica a gocce.
Qua e là, in posizioni casuali, a indicare la contorta direzione da prendere, appaiono sandwich di chiodi e lamette di dubbia tenuta.

Il respiro mi si fa profondo. E, col respiro, sprofonda anche la consapevolezza ordinaria e lascia il posto al silenzio interiore e a quella percezione come di “vedere al buio” che mi si fa presente in questi momenti.
La odio.
Significa che non sono ammessi errori.
Avanzo passo passo in uno stato di sospensione del tempo fino alla sosta.

5. Diedro blu

“Questo è il tiro chiave, diedro blu”, commenta Gianluca prima di partire.
In effetti un lichene ricopre la roccia e le dà una tonalità azzurrina.
Il diedro sembra appoggiato.
Possibile che sia così difficile?
Sì, possibile.
Gianluca avanza con movimenti di equilibrio e di forza.
Arriva sotto una nicchia da cui escono ciuffi di isiga.
Poi la roccia si fa strapiombante.
Entra nella nicchia e, subito, ne viene sputato fuori.
Maledetta, scivolosa isiga.
Io mi ritrovo un paio di m più in alto, con tutto il suo peso sull’imbrago.
Sarà anche tirato, lui, ma pesa comunque qualche kg più di me.
Risale e con due zampate è alla sosta.

6. Fuori

Non so come è…
Ma sul monte Biaina deve vivere un vento ostile agli umani.
Anche oggi soffia freddo e, arrivati fuori, con sinistri fruscii tra i rami ci spinge verso valle, quasi tenesse a farci sapere che lì non siamo graditi.
Riavvolgiamo le corde e, incalzati dal vento, scendiamo.
Nuvole basse iniziano ad avvolgere i radi boschi e i pendii dirupati più in alto.
Il mondo di là cala di nuovo nella nebbia dell’eterna dimenticanza.

***

DANZA CLASSICA
Maghella, Bonaglia – VIII- o VII/A1 (200 m)

Bella via, impegnativa e su roccia poco ripulita dai passaggi. Protezioni (per lo più a ch e con qualche fix) da controllare. Portare serie di fr fino al 3BD e qualche nut.
Rel primi salitori qui: www.arrampicata-ledro.it.
Qui il racconto di Gianluca: sullapuntadelledita.

Integrazione alla relazione

L1 – Per bel camino strapiombante, ma articolato; al suo termine proseguire per rampa inclinata a sx; occhio ai blocchi (VI- – 20 m)
L2 – Proseguire a dx della sosta (strapiombino con ch e cordone fucsia); quindi diritti per bella placca impegnativa, superandone un difficile tratto verticale (VI+/VII- – 25 m)
L3 – In obliquo a dx per placca lavorata, ma erbosa; quindi diritti per spigolo arrotondato e a sx per placca ricoperta di lichene viscido (VI+ – 30 m)
L4 – Bella fessura-diedro inclinata a sx (V+ – 20 m);
L5 – Fessure gemelle sopra la sosta; al loro termine in traverso e in obliquo a sx per blocco e rampa; ai ch entrare nella placconata sovrastante che si supera diritti e poi in obliquo e in traverso a dx; ch in placca di dubbia tenuta; dopo i 2 ch di partenza, sulla sx c’è un ch, che non ho visto, che protegge il traverso; il tiro è stato chiodato da Ivan senza uso di cliff (VII – 40 m);
L6 – Diedro obliquo a sx, nicchia, strapiombo e lieve obliquo a dx; occhio all’erba sul fondo della nicchia (VII e A1 o VIII- – 30 m);
L6 – La via sale a sx di una macchia di albero, per rocce rotte senza segno di protezioni; Gianluca mi manda a dx, dove compaiono ch; è il tiro finale di “Discopatia”; salire a dx di un vago diedro per rocce erbose fin sotto una zona più verticale; si traversa netti a sx fin sotto 2 ch ravvicinati (A1); io, non fidandomi dei cordoni e non avendo il coltello, traverso a sx, entro nel camino finale di “Danza Classica” e, con fatica immane per gli attriti, raggiungo il bosco sommitale (VI+/VII- – 45 m).

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