Cambiamento climatico – Part 2

Ancora 40 giorni
e Ninive sarà distrutta

Giona, 3,4

1. Uragani padani (cit)

Giorni di burrascoso cambio di stagione e di ricerca di lavoro.
Poco il tempo e poca anche la voglia di scrivere.
Rimedio con giusto un paio di note sui recenti eventi meteo, che – credo – mostrino come il cosiddetto cambiamento climatico stia avvenendo con inattesa rapidità.

Negli ultimi 4-5 anni le estati sono state molto calde, gli inverni tiepidi e piovosi.
Ma non era mai capitato che, col cambio di stagione autunnale, le differenze di temperature tra masse d’aria calda in uscita e masse di aria fredda in entrata fossero così marcate da causare gli sconquassi degli ultimi giorni.

Tempo fa mi chiedevo che cosa significasse il velato ammonimento di IPCC – nel suo ultimo report scritto in tono molto neutro, da scienziati – sull’aumento dei fenomeni atmosferici estremi collegato all’aumento della temperatura media dell’atmosfera terrestre.

La risposta – in parte – è arrivata lunedì 29 ottobre: a Brescia città qualche albero stroncato, sottopassaggi allagati, scuole chiuse e poco più; sulle montagne, in particolare a est, distese di boschi schiantate da venti violentissimi, torrenti e fiumi usciti dagli argini, intere vallate isolate.

Ecco, nei prossimi anni questo è ciò che dovremo attenderci: estati sempre più calde e passaggi di stagione sempre più turbolenti.
Se non è abbastanza esplicito quello che scrivo, invito a pensare a che cosa significherà vivere e lavorare almeno da giugno a ottobre, magari all’aperto, con le temperature sperimentate in Pianura Padana nell’ultima parte dell’estate e dover attendere ogni anno con timore l’ingresso del freddo.
Le condizioni di vita e i danni economici saranno davvero pesanti.

2. Doppi legami

Quindi che cosa fare?
Andare di più in bici?
Consumare meno carne?
Produrre meno rifiuti in plastica?
Può servire, sì…

Purtroppo le risposte individuali non saranno sufficienti. IPCC suggerisce ai decisori politici di mettere in atto fin da subito precise strategie volte alla riduzione della CO2 emessa in atmosfera, tra queste: aumento esponenziale della copertura boschiva, abbattimento dell’uso di combustibili fossili, drastica de-carbonizzazione dell’industria (i.e. marcata riduzione della produzione siderurgica) e così via…

Prima pratica a parte, tutte le altre comportano lo stravolgimento del nostro modo di vivere e vanno a colpire proprio il nucleo del nostro modello di sviluppo.

Quindi governi e organismi sovragovernativi si trovano invischiati in un dilemma di ardua soluzione: o contengono le emissioni di CO2 provocando la crisi dei propri sistemi economici e produttivi, già messi a dura prova da crash ripetuti, o mantengono il proprio sistema di sviluppo accentuando la crisi dell’ecosistema globale.

Facile prevedere che le strategie perseguite saranno soprattutto del secondo tipo, con qualche concessione alle strategie del primo, e che quindi andremo incontro a sconquassi ambientali sempre più intensi. L’alternativa sarebbero sconquassi sociali sempre più intensi, che l’attuale modello di sviluppo non ci risparmierà comunque.

Insomma, l’umanità ha di fronte a sé anni davvero impegnativi. Penso che non ci sarò già più se e quando l’umanità troverà una soluzione.

Ma credo che, se una soluzione ci sarà, sarà in qualche modo legata a forme di governo globale, alla produzione di energia tramite il controllo della fusione nucleare e al contenimento della crescita della popolazione.

E spero che questo avvenga senza dittature e guerre.

Mah…
Incrociamo le dita…

3. Per chi vuole saperne di più

Perché conviene limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C

Ove la temperatura aumentasse tra 1,5 °C e 2 °C potrebbero essere innescate alcune perturbazioni “catastrofiche” al sistema climatico globale, quali la destabilizzazione della calotta glaciale dell’Antartide e la perdita irreversibile della calotta continentale della Groenlandia, in grado di provocare un aumento del livello medio dei mari di molti metri per secoli o millenni.

Qui: www.climalteranti.it

Il clima futuro in Italia

Le proiezioni dei modelli climatici sull’Italia indicano per i prossimi decenni un netto aumento dei valori medi e degli estremi delle temperature; per la tendenza alla diminuzione delle precipitazioni e alla progressiva concentrazione delle stesse in eventi più intensi, i margini di incertezza sono più ampi.

Qui: www.climalteranti.it

La verità non detta sul cambiamento climatico

Applicando rapidamente, continuativamente e massicciamente tutte le tecnologie disponibili per ridurre le emissioni di gas climalteranti, abbiamo ancora buone possibilità di rimanere sotto i 2 °C di riscaldamento. Nel concreto, ci sono molte inerzie, sia di tipo politico – la difficoltà di convincere tutti gli stati del mondo ad effettuare uno sforzo congiunto e l’umanità intera a cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane – sia tecnico – legate all’inerzia del ricambio tecnologico.

La gente vuole sentirsi dire che c’è speranza di restare entro i 2 °C. I politici vogliono dire che c’è speranza di restare entro i 2°C. Su richiesta, i modellisti sono ancora in grado di produrre scenari che mostrano i 2°C. E nessuno vuole essere quello che rovina la festa.

La conseguenza è che “a meno di miracoli, l’umanità è in un terribile pasticcio”.

La nostra attuale traiettoria, in assenza di nuove sostanziali politiche climatiche, ci porterà fino a 4°C e forse di più entro fine secolo. Questo sarà, sulla base di una chiara lettura delle prove disponibili, catastrofico. Siamo diretti verso il disastro – lentamente, sì, ma inesorabilmente.

Qui:  www.climalteranti.it

Meglio farsi un giro in Maddalena, valà…

4. N 14

Qual è il sentiero che sale più veloce in Maddalena?
Il n° 2?
Naahh…
Il n° 1?
Naahh…

Il n° 14, con var “placca Poli”.
Si imbocca da Botticino Sera, via Puccini.
Sempre diritti per asfalto, cemento e ciottoli seguendo il segnavia, fino a incrociare via Santa Lucia.
Quindi ancora diritti per bosco sempre più ripido e canalino ghiaioso (occhio alla traccia, facile da perdere).
Incrociata una larga mulattiera che sale da dx, raggiungere la base della placca Poli per tracce contrassegnate da frequenti bolli blu, portarsi a monte della bella parete, puntare a una forcella a dx lungo la linea di cresta e proseguire per questa tra ghiaie e saltini fino ad arrivare giusti giusti sotto “Labbra Selvagge” (7b – mi suggeriscono: +).
Se si riesce a salire “Labbra Selvagge” e qualche continuazione di c.d. 6a a dx, si conclude anche la diretta più dura alla Maddalena.

Sì, lo so.
Si potrebbe salire anche per “L’Assassino è il Maggiordomo” (8a).

Chi non è un top climber può salire in cima o per il sent. che punta al rist. Il Grillo costeggiando le pareti verso sx o per la sua continuazione verso dx: si aggira a dx il pilastro di “Maddalena Superstar” e per tracce non sempre chiare si perviene al primo radar, terminus del 14 classico.

Tour consigliabile, molto panoramico.

Discesa bella e veloce per il 14 classico.

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