Il Credo


L5 – Gianluca ci crede…

Tre voi siete,
Tre noi siamo,
Abbi pietà di noi

L. Tolstoj,
I Tre Eremiti
(da un antico racconto russo)

1. Simbolo niceno

In una prima versione della relazione della via avevo letto che a Grill era stato chiesto dal Vescovo della sua città di origine, in Germania, di dichiarare di aderire al Credo cattolico, di fatto rinunciando al suo approccio spirituale che tiene assieme Cristianesimo, Yoga e pensiero steineriano.
Grill non l’aveva presa bene.


L6 – Contorsionismi

Non entro nel merito.
Nel post mi limito a segnalare come – in chiave di filosofia delle religioni e di teoria dei sistemi – sia del massimo interesse contemplare a fondo i symbola presenti nel nucleo di credenze fondamentali non solo del Cristianesimo, ma anche delle altre grandi religioni (per lo Yoga, Veda e Induismo).

L’interesse sta nel fatto che i simboli in questione, oltre a fare riferimento al nucleo di convinzioni fondamentali cui più o meno crede chi vi aderisce, rimandano ad alcuni paradossi fondanti l’organizzazione mentale e/o sistemica – direbbe Bateson – del mondo.

Per esempio il dogma cristiano della Trinità fa riferimento alla coesistenza, nella relazione, di uno e dei molti: relazioni che funzionano (e anche quelle che non funzionano, purtroppo) fanno sì che i molti diventino uno, al punto che il comportamento delle singole parti (degli individui implicati nel rapporto) non è comprensibile solo a partire dalle intenzioni dei singoli, ma deve considerare anche – e spesso perlopiù – il gioco di interazioni che si stabilisce nel tutto più ampio costituito dal rapporto stesso.

Di qui – credo – un motivo dell’appello alla misericordia che i tre eremiti tolstojani innalzano a Dio: nessuno controlla una relazione di cui è parte.


L6 – Verso S5, come in un francobollo

Anche nell’Induismo  si può constatare un accenno a una simile articolazione uni-ternaria del divino.
Pur con i dovuti distinguo.
Sì, perché la Trimurti è – per usare un linguaggio teologico-filosofico – espressione di un pensiero monista o pan-en-teista, mentre la Trinità cristiana segna una cesura effettiva tra i Tre che,  pure, sono Uno, così come tra Dio e uomo; inoltre la sistematizzazione in triadi delle divinità fondative dell’Induismo è per certi versi eredità interpretativa cristiana ed hegeliana applicata a un contesto mitico molto meno coerente di quanto gli esegeti occidentali desidererebbero.

Tra gli altri paradossi individuabili a fondamento dei sistemi (non solo religiosi) segnalo anche – e, per fortuna dei lettori, non approfondisco – la ciclicità dei processi sistemici e la loro autofondatività (“Dio da Dio”; “Causa Sui“; il Brahman vedico da cui sorge Prajapati che genera Vac).

Il cortocircuito processuale trova espressione anche in quanto di più logico (e quindi in linea di principio non contraddittorio) esista: l’aritmetica formale.

Nel 1931 K. Gödel dimostrò due celebri teoremi di incompletezza il secondo dei quali può essere riformulato come segue: “Se un sistema assiomatico può dimostrare la sua stessa coerenza, allora esso deve essere incoerente.” (wikipedia): un sistema assiomatico ha la sua verità in sé, prima di qualunque dimostrazione.
La questione è approfondita, tra gli altri testi, in Gödel, Escher, Bach: un’eterna ghirlanda brillante, di D. Hofstädter.
Il significato del secondo teorema di incompletezza di Godel non è tanto che la logica e la matematica – che sulla logica si fonda – sono incoerenti e quindi sono da gettare alle ortiche (come vorrebbero – credo – molti studenti al mondo), ma che – piuttosto – i linguaggi ( e i mondi che questi creano) hanno una natura circolare e si fondano da sé.

Un bel pasticcio sistemico…
E la cosa funziona al punto che, sul versante del principio, la vita stessa ha al suo nucleo un quid che si autogenera e, sul versante delle conseguenze, non è indispensabile che un sistema formale sia coerente al 100% per funzionare. E così è possibile produrre e far girare su megacomputer algoritmi autogenerativi basati p.e. su logiche fuzzy e spalancare le porte all’intelligenza artificiale.

In sostanza è sufficiente che il processo sia ciclico e formalizzabile. E il gioco è fatto: si crea mente; o, in prospettiva, vita.
Ah, questo homo faber

Inoltre, sul più prosaico piano delle relazioni interpersonali, se i processi mentali si avvitano su se stessi (e lo fanno),  quando una relazione va bene, tenderà ad andare sempre meglio; quando va male, tenderà di per sé ad andare sempre peggio. E considerata la tendenza del nostro mondo basso a passare da uno stato di ordine a uno stato di disordine,  la cosa non è molto incoraggiante.

Di qui – credo – un secondo motivo dell’appello dei tre eremiti alla misericordia divina. E la necessità di avere grande cura dei circoli virtuosi nelle relazioni, interrompendo il prima possibile quelli viziosi.

Vabbe’…
Onde non invochiate anche voi la misericordia divina acciocché io taccia, taccio io per primo a e la chiudo qui.

2. La rel.

VIA IL CREDO
Grill, Holzer, Kluchner – (VII/Ao – ca 330 m)

La via è bella e impegnativa.
Suggerisco di salirla nelle mezze stagioni (col caldo la Parete Nera diventa rovente), dopo un adeguato periodo senza piogge (i buchi sul primo tiro in traverso sono davvero fastidiosi, se umidi) e possibilmente senza zaino: L5, L6 e L7 sono tiri tecnici in lieve strapiombo; anche solo 3 kg dietro la schiena sbilanciano un bel po’, rendendo alcuni pass. più difficili del necessario.


L7 – Breve e intensa

Sopra L7 quinti e sesti diventano decisamente impegnativi.
Sostituiti 2 cordoni a S1 e S2.

Rel. dei primi salitori qui: www.arrampicata-arco.com.

7 risposte a “Il Credo”

  1. . Avrei fatto meno fatica, forse, a seguirti su per la via. Per il discorso invece ho provato ma non ce la posso fare, mi mancano le sia le basi che le altezze.

  2. Eh, ogni tanto mi capita che mi scappi la lezioncina.
    In fondo qui scrivo anche di lavoro.
    Se riesco a trovare il modo di guadagnare scrivendo storie, giuro, la smetto.

    Tanto di cappello per la pazienza
    🙂

  3. Bell’articolo Sandro… Non c’ho capito una mazza ma va bene così😂😂😂😂. Come ti avevo già detto, avremmo alzato le visualizzazioni del sito se solo tu avessi raccontato quella storiella che in macchina ci ha fatto rabbrividire per un attimo… Lascio aperto il dubbio…magari nelle prossime puntate.. 😂😂😂

  4. Mi riferisco al primo paragrafo del articolo e al nome della via: in Germania la gente viene veramente chiesta di seguire il catolicismo e rinunciare a altri sentieri filosofici o spirituali; è persino cosi che alcuni Club Alpini in Baviera escludono persone se non aderiscono al Credo cattolico! Uno scandalo per l’Alpinismo.

  5. Buongiorno Barbara. Non lo metto in dubbio. E non mi permetto di aggiungere nient’altro. So che per Heinz Grill la situazione è stata impegnativa. E spero anche che la Chiesa Cattolica impari ad assumere un atteggiamento – come dire? – davvero più ecumenico.

  6. Buon giorno Sandro, si, prima non avrei mai pensato che la chiesa potesse creare un tale monopolio in Germania che persino mettono le loro regolo nei Club Alpini. Quello che Tu descrivi – conoscere e riflettere sulle diverse concezioni – è molto più bello!

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