Sandrodetoni is back :)

No, non nel senso che ho ricominciato a scrivere dopo lungo silenzio lavorativo.

Ho solo ricaricato l’intero vecchio sito, qui.

La home è rimasta con le news di anni annorum fa: sarebbe troppo complicato integrare al 100% blog e sito.

Per il resto c’è tutto.

Tenete conto che molte relazioni sono ormai vecchie. E che sulle vie potreste trovare condizioni molto diverse rispetto a quelle che ho trovato io.

In ogni caso, buona consultazione…

 

1. Girl, che significa “Ghiro”

Oggi via lunga.

Eva vuole tiri duri e fix.

Esclusa Arco per rischio di alte temperature,  optiamo per Brentino. Il ritrovo con amici alla chiusa di Ceraino di sabato e domenica scorsi ha risvegliato in me la nostalgia per i solitari e ventosi muri calcarei sospesi tra i boschi della media valle.

Salendo sul sentiero, mi pare di notare tracce marcate fino all’avvicinamento per le Pale Basse. Poi i segni di passaggio diventano più radi.

Nei soliti 45′ di penitenza (e con le gambe che a me girano più del cuore), arriviamo all’attacco.

Lascio a Eva i tiri più difficili: io ho già dato all’epoca; e lei vuole ingaggiarsi.

L3 – Megagocce

La salita procede tranquilla, col sottoscritto che arranca sbuffando anche sui 6a ed Eva che procede imperterrita e a vista finché non si ricorda di essere molto in alto sulla valle.

L4 – Ingresso atletico su roccia multicolore

Mi scaldo solo a metà del quarto tiro.

Come ieri, all’inaugurazione della falesia Loverina (Up Climbing – © Graffiti Climbers): sono entrato a regime al quarto tiro della giornata, al secondo giro sul bel 7a di “Toro Scatenato”, che ho salito pulito da secondo perché il primo giro era andato così male che avevo moschettonato a staffe metà delle protezioni.

Chiaro che ho concluso la giornata subito dopo con un più modesto 6b.

Non so se sia l’età o qualche errore nell’allenamento: forse dovrei partire subito sul duro? Ma poi cosi mi rompo…

L6 – Insidiosa, e nuvole

Perso in questi pensieri, salgo più o meno concentrato fino al bordo superiore della parete. La via ha l’aria di essere poco frequentata, come se il magnifico campo di battaglia del Sass del Mesdì soffrisse di abbandono, dopo decenni di frequentazione.

Poco interesse delle giovani generazioni per le vie lunghe?

Avvicinamento troppo ripido?

Certo, una giornata in falesia è più comoda e produttiva (per l’allenamento) e meno frustrante.  Qui, oltre a tenersi, bisogna anche controllare il senso del vuoto.

O forse la nostra generazione di arrampicatori col vezzo delle vie lunghe,  che richiedeva anche allenamenti intensi su pareti esposte, è l’ultima di un ciclo.

Ora meno lavoro e meno soldi in tasca orientano i giovani a hobby meno dispendiosi dell’alpinismus sportivo.

Entriamo nel bosco.

Stuoli di paeonia officinalis e neanche una traccia del vecchio raccordo.

Paeonia Officinalis

Scendiamo circospetti attraverso il bosco sospeso che – ai lenti ritmi della natura – sta tornando al suo caos pre-umano.

Saluto col cuore la terrazza boscosa, gli intrichi di rami, le peonie, le zecche sugli arbusti e i falchi che volteggiano in alto.

Non so perché, mi sento ancora un po’ a casa, qui.

E mi dispiace andare…

 

2. Guerra

Temo che, dopo più di settant’anni, sul suolo del nostro martoriato mondo possano di nuovo sbocciare le infiorescenze mortali di funghi atomici.

Corea del Nord e USA stanno gonfiando i muscoli nel solito – doloroso per molti e profittevole per pochi – gioco della guerra.

Spero che tutto si fermi lì.

Ma sarà quel che l’alto vorrà…

Buona Pasqua.

 

 

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