Systems Theory e mente balenga

Il dio ecologico è incorruttibile
e quindi non lo si può beffare

 

  G. Bateson
Dove gli angeli esitano
Verso un’epistemologia del sacro
Milano, Adelphi, 1989, p. 216

 

 

Non mi occupavo della questione da un po’:  è stata la mia tesi di laurea

Ma un cliente mi chiede di tornarci sopra.

Così ricomincio a studiare: Intelligenza Artificiale, formalizzazioni della teoria dei sistemi, cibernetica, psicoterapie ad approccio sistemico…

E così via.

La solita sensazione che tutto si aggiorni, ma tutto si ripeta. E il solito vorticoso bailamme in testa.

Tuttavia trovo anche alcune chicche, in video, su youtube.

Ai miei tempi ( 😀 ), di Erickson, Bateson, Bandler e soci avrei potuto leggere solo sui libri. Ora è possibile vederli all’opera on line.

So che è forse troppo specialistico per chi non è del mestiere.

Però vorrei segnalare due contributi che spero possano essere apprezzati da chi mastica un po’ di inglese.

Nel video che segue Milton Erickson, stanco, nei suoi ultimi anni (ipnotizza il cineoperatore e) racconta di una sua terapia breve (poche ore in una giornata) a una donna colpita da depressione; l’aspetto che io ho trovato notevole nel racconto  è che, a volte, è sufficiente un piccolo cambiamento nella rete di relazioni di una persona perché, con esse, cambi in modo stabile anche il suo stato d’animo.

Quindi niente introspezione o analisi; niente psicoterapia intesa in senso classico. Solo micro-cambiamenti migliorativi nel contesto di vita del soggetto.

Altro che duloxetina…

In quest’altro video – lunghetto – Richard Bandler, che ribadisce di essere non un terapeuta (uno che aggiusta “cose rotte nella mente“), ma uno che aiuta le persone a “fare altro se qualcosa non funziona“, pratica un’induzione ipnotica su due persone contemporaneamente. Le vuole aiutare a entrare con l’ipnosi in uno stato creativo simile a quello indotto da sostanze psichedeliche.

E sembra riuscirci.

Magnifico!

Però…

Mi sono però venute in mente alcune idee che mi tormentano, impedendomi di procedere nel mio lavoro; così le scrivo qui, dando loro spazio nella pubblica agorà, nella speranza che mi diano tregua in the inner space:

1.  Bandler sottolinea più e più volte l’importanza del controllo della mente conscia sull’inconscio (che di suo è anarchico e pasticcione); ma Bateson direbbe che non è possibile operare ricorsivamente con la mente conscia su quei principi della mente inconscia che permettono alla mente conscia di funzionare; quindi non è detto che sia così facile orientare, specie da sé, l’a volte furioso e inconcludente turbinio del nostro mondo interiore;

2. Sotto questo riguardo James Hillman ha dedicato un intero libro al fatto che da cento anni esiste la psicoterapia “… e il mondo va sempre peggio“; molti fattori contribuiscono al fenomeno; tra gli altri ricordo il fatto che, se tutti migliorano (se la gaussiana delle condizioni psicologiche medie in una società vede crescere i valori di tutti gli individui), inevitabilmente qualcuno, per quanto migliorato, starà nella parte bassa della gaussiana, e quindi relativamente peggio di altri; e sai l’invidia sociale derivante dal fatto che “gli altri sono felici e io no?”; e ancora, integrando il principio batesoniano di cui sopra in linea con le conseguenze della legge di Murphy imperante nel nostro mondo contingente, se si ha la sfortuna di avere un inconscio balengo, la correzione da parte della mente conscia (basata su principi inconsci balenghi) di quei medesimi principi balenghi, quand’anche funzionasse, non può che essere tendenzialmente balenga.

😥

Quindi, come suggeriscono Bateson, Erickson e Bandler, per quanto non sia sempre necessario venire in qualche modo a patti  con i propri demoni interiori per cercare un minimo di serenità nella vita, una delle principali vie di potenziale miglioramento è fuori,  nell’ambiente, nelle relazioni.

Sempre che, nello scegliere l’ambiente e le relazioni da cui ci si auspica di essere migliorati, non si sia guidati dai soliti principi balenghi e dai perfidi suggerimenti dei propri demoni interiori.

🙄

Di qui la necessità o di una buona dose di fortuna o di un tertium, di alto profilo,  che ci orienti a scegliere.

Altrimenti il mondo non può fare altro che continuare ad adeguarsi a se stesso.

E, forse, in un certo senso, continua comunque a farlo.

Anche perché chi stabilisce che certi principi siano balenghi e altri no?

Vabbe’…

Adiòs

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